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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Novembre 2009 Archives

Il capogruppo dei Verdi per i valori - Idv abbandona i lavori della commissione per protesta: "Noi contrari a liste bloccate e listini. Testo antidemocratico"
 
CON IL LISTINO DI NOMINATI SI STA CONFEZIONANDO UN PACCO AI DANNI DEI CITTADINI

"Un patto trasversale all'interno della commissione sta portando alla costruzione di una legge elettorale che prevede l'introduzione di un listino di nominati dai partiti togliendo agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni. E' un fatto della massima gravità che non ci vedrà corresponsabili, dal momento che siamo contrari a qualsiasi ipotesi di liste bloccate o listini. Per questo ci siamo rifiutati di iniziare a votare quel testo che consideriamo antidemocratico e non rispettoso degli elettori". Con queste parole il capogruppo dei Verdi per i valori - Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini annuncia di aver abbandonato i lavori della commissione speciale per le riforme al momento dell'inizio del voto del testo presentato dal gruppo del Partito democratico, considerando "una vergogna" il patto che sta unendo Pd e Pdl.
"Si fa sempre più concreto il rischio che in Umbria si vari una legge elettorale che assomiglia nella sua filosofia al tanto criticato Porcellum, con consiglieri nominati dai partiti in un listino bloccato, senza dare la possibilità agli elettori di esprimersi su quei nomi. Il fatto che oggi il Pd - aggiunge l'esponente dell'Italia dei valori - nonostante le enunciazioni ufficiali sia a livello nazionale che regionale, abbia posto questo come punto irrinunciabile, ci fa temere il peggio. Con il placet dell'opposizione e tra silenzi imbarazzati, si sta confezionando un pacco ai cittadini che assomiglia molto a quello del famigerato Porcellum. La nostra proposta restituisce agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, conferma il bipolarismo, garantisce la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. Ma evidentemente ha un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno. La fretta che spinge oggi a procedere con l'esame del testo, dopo settimane di inattività della commissione, è indicativo della necessità di chiudere questa partita senza rendere consapevoli gli umbri di ciò che si sta consumando. Noi continueremo a lavorare per affermare i contorni di una proposta seria, aperta e democratica".
 
Perugia, 18 novembre 2009

EX-SAI. DALL'ASSESSORE RISPOSTA ELUSIVA E PREOCCUPANTE

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"Chiedevamo un pronunciamento politico sulle intenzioni della Giunta di salvaguardare il territorio di Passignano"

"Sulla vicenda dell'Ex-Sai abbiamo ricevuto dalla Giunta una risposta elusiva ed in quanto tale preoccupante. Tutto questo ci porta a sospettare che la politica stia rinunciando ad impegnarsi per evitare che una colata di cemento senza precedenti comprometta in maniera irreversibile l'assetto urbanistico, viario e paesaggistico di un territorio a forte vocazione turistica. Non possiamo avallare un progetto che non presenta vantaggi per l'interesse collettivo ma al contrario sembra ritagliato sulle convenienze dei privati".  Con queste parole il capogruppo regionale dei Verdi per i valori - Idv, Oliviero Dottorini, commenta la risposta ricevuta dall'assessore all'Ambiente Lamberto Bottini alla interrogazione sul progetto Ex-Sai che prevede la realizzazione  di opere di urbanizzazione primaria su un'area che si estende per circa 11,5 ettari tra la ferrovia e la riva del lago Trasimeno. Di questi, circa 13mila metri quadri saranno destinati a parcheggio e ben 53mila saranno utilizzati a fini edificatori. Lo scenario finale prevede cubature per un totale di circa 170mila metri cubi, di cui 90mila a destinazione residenziale, 64mila a destinazione direzionale commerciale e 18mila a destinazione turistico produttivo.
"Con la nostra interrogazione - spiega l'esponente dell'Italia dei valori - chiedevamo un pronunciamento politico ed invece ci è stata fornita la cronistoria della procedura burocratica della Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), che conoscevamo già avendo avuto modo di studiare la questione prima di decidere di interrogare la Giunta. Per questi motivi abbiamo già predisposto un'ulteriore interrogazione con la quale ribadiamo la domanda politica alla quale non ci è stata data risposta. Vogliamo cioè sapere quali impegni la Giunta intende assumere per garantire un corretto sviluppo urbanistico, paesaggistico e territoriale a Passignano sul Trasimeno e se non ritiene necessario adoperarsi per una revisione complessiva del progetto Ex-Sai che tenga conto degli aspetti ambientali, urbanistici, paesaggistici, storici, culturali ed economici dell'intera area e che garantisca una connotazione unitaria  e integrata del territorio secondo un principio di equilibrio tra conservazione ambientale e sviluppo".
"Al contrario il progetto presentato dal comune di Passignano e dalla società Michelangelo Costruzioni srl, proprietaria dei terreni, porterebbe effetti devastanti per tutta l'area, con volumetrie residenziali che risultano parametrate ad una capacità insediativa  di circa 1.000 abitanti, andando così a saturare ben oltre ogni prospettiva di sviluppo demografico, la capacità edificatoria dell'intero comune per i decenni a venire. Tra l'altro, la risposta dell'assessore riguarda solamente il progetto per le opere di urbanizzazione primaria, mentre noi avevamo denunciato, con la nostra interrogazione, come non fosse possibile avere il quadro dell'intervento finale. Il che ci pone di fronte al rischio concreto di avallare un progetto del quale non è chiaro l'assetto finale e complessivo".
"Credo che l'assemblea pubblica di domenica prossima a Passignano - conclude Dottorini - che vedrà la partecipazione di esperti e  dell'onorevole Leoluca Orlando saprà conferire alla legittima protesta delle popolazioni del lago Trasimeno la giusta dimensione politica che merita".


Perugia, 17 novembre 2009
Presentato pacchetto emendamenti del gruppo Verdi per i valori - Idv: "Necessaria soluzione ragionevole, sostenibile e definitiva per Bettona e Marsciano"

PIANO ACQUE. SU ALLEVAMENTI ZOOTECNICI EVITARE SOLUZIONI PASTICCIATE E INCIUCI

"La situazione ambientale di Bettona e Marsciano ci racconta di un territorio violato e inascoltato per troppo tempo, di supponenze e arroganze che per anni non hanno trovato alcun argine. E' giunto il momento che le politiche regionali individuino una soluzione ragionevole, sostenibile e definitiva per quei territori e per la zootecnia dell'intera regione evitando soluzioni pasticciate o escamotage regolamentari. Da anni denunciamo, assieme ai comitati locali e alle forze politiche più responsabili, lo scempio ambientale e le possibili ripercussioni sulla salute di una gestione quanto meno discutibile dell'intera filiera degli allevamenti suini. Il triste evolversi di questa vicenda, con gli arresti dell'estate scorsa e capi di imputazione di assoluta gravità, ci dimostra che in tanti anni sono stati prodotti danni enormi all'ambiente e alla credibilità delle istituzioni, in nome di un profitto garantito a pochi soggetti e a discapito della collettività. Nel discutere il Piano di tutela delle acque dovremo tener conto di tutti questi aspetti, rigettando ogni tentativo di inciucio tra schieramenti che già pochi mesi fa ha portato ad avallare la posizione del comune di Bettona, proprio alla vigilia della clamorosa vicenda giudiziaria che ha sconvolto l'intera regione e che ha visto al centro delle bufera giudiziaria proprio quel comune". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini annuncia la presentazione del pacchetto di emendamenti del gruppo dei Verdi per i valori - Idv al provvedimento "Norme in materia di tutela e salvaguardia delle risorse idriche" in discussione nei prossimi giorni in Consiglio regionale.
"I nostri emendamenti - spiega l'esponente dell'Italia dei valori - sono dettati dall'esigenza di evitare che si ripetano situazioni come quelle che hanno segnato i territori di Bettona e Marsciano. Per quanto ci riguarda, è assolutamente discutibile l'idea di proseguire con gli impianti che sono stati causa del disastro ambientale di quell'area, così come prevede la proposta di Piano di tutela delle acque. Chiederemo di dotare le aziende di impianti di stalla e di sgomberare ogni equivoco riguardo alla possibilità di impianti che trattino rifiuti. In ogni caso va evitato ogni rischio che qualcuno, come purtroppo è accaduto finora, trovi scappatoie per aggirare le norme poste a salvaguardia della salute dei cittadini e della tutela dell'ambiente. Non si capisce, infatti, come sia potuto accadere che in questi territori alla diminuzione dei capi suini abbia fatto riscontro un aumento dell'inquinamento. Così come non si capisce come si sia potuto tollerare un palese conflitto di interessi tra controllore e controllato nelle vicende della gestione degli impianti di depurazione. Bisogna garantire che le regole fissate siano rispettate da tutti gli allevamenti e che nelle valutazioni e scelte future vengano coinvolte anche le associazioni ambientaliste e i cittadini".
"Noi crediamo in uno sviluppo duraturo, sostenibile, non imitabile - continua il Presidente della prima commissione di Palazzo Cesaroni -. Crediamo pertanto che non sia conveniente, sia dal punto di vista ambientale che economico, continuare ad incentivare un'economia, quella della soccida, che individua l'Umbria come territorio da sfruttare senza lasciare niente alla nostra regione, se non i reflui e i residui degli allevamenti. L'Umbria - conclude Dottorini - deve abbandonare il modello degli allevamenti intensivi, ridurre in modo drastico il numero dei capi consentiti e puntare con decisione sulla qualità e la tipicità dei prodotti, costruendo una filiera interamente locale, in grado di valorizzare al meglio il prodotto legato al territorio".

Perugia, 14 novembre 2009

LA VERGOGNA DELL'EX OSPEDALE

| 1 Commento|

Questa Nota riguardante le revisioni, ci è stata inviata dal REGISTRO FIAT.

Nell'ultima pagina della Nota suddetta, è riportata una Circolare della Motorizzazione di Vicenza che confermerebbe l'obbligo di Revisione annuale unicamente per quei VEICOLI sulla cui Carta di Circolazione c'è scritto che lo stesso è iscritto ad uno dei Registri ex art.60 del Codice della Strada.

Leggi la Nota del REGISTRO FIAT.

Leggi l'art.60 del Codice della Strada.

dario maria di bello

Ecco la circolare con la quale la Direzione Servizi Delegati dell'A.C.I. impartisce, agli Uffici perifici dell'Umbria, le direttive circa i benefici fiscali per TUTTI i VEICOLI storici così come previsto dalla L.342/2000 art.63.

Ai sensi dell'art.46 e seguenti del D.Lgs.285/92 e s.m.i. (Codice della Strada), è classificato come VEICOLO qualunque cosa circoli sulle strade d'Italia:

Art. 46. Nozione di veicolo (scarica qui l'art.47)

  1. Ai fini delle norme del presente codice, si intendono per veicoli tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall'uomo. Non rientrano nella definizione di veicolo quelle per uso di bambini o di invalidi, anche se asservite da motore, le cui caratteristiche non superano i limiti stabiliti dal regolamento.

Scarica la Circolare ed il Modulo di Dichiarazione Uso non professionale. 

dario maria di bello

"Vicenda drammatica. Oggi sarebbe interessante conoscere gli esiti degli interventi regionali verso certa imprenditoria"

RTE. COMPORTAMENTO SCORRETTO DA PARTE DELLA PROPRIETA'. LE ISTITUZIONI TUTELINO I LAVORATORI

"È una vicenda drammatica, che coinvolge oltre trenta famiglie ed è la cartina tornasole di un'imprenditoria sempre più spregiudicata, abile nell'intercettare aiuti pubblici ma non altrettanto nel garantire continuità alle proprie attività e nel tenere conto delle ripercussioni sociali ed economiche delle proprie azioni". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi per i valori - Idv in Consiglio regionale, commenta la vicenda della vendita delle frequenze dell'emittente Rte24 dopo appena 18 mesi dalla gestione da parte del proprietario tifernate Giuseppe Ponti e del possibile smantellamento della sede perugina.
"L'imprenditore tifernate non è nuovo a comportamenti del genere - ricorda l'esponente dell'Italia dei valori -. Così come accadde per l'IpfWeb che dopo promesse di salvataggio sbandierate ai quattro venti, attualmente vede in cassa integrazione una parte significativa delle proprie maestranze, anche per Rte24 le cose non sono diverse, se non peggiori, considerato che da più di un mese i dipendenti non percepivano lo stipendio. Sarebbe interessante oggi conoscere i risultati degli interventi di salvataggio aziendale attuati con denari pubblici tramite le finanziarie regionali Sviluppumbria o Gepafin e i tanto sbandierati poli di eccellenza, i famosi cluster, per i settori della meccanica avanzata e meccatronica, per i quali la Regione ha riservato ingenti risorse finanziarie all'interno della programmazione regionale. Le istituzioni devono ribadire la propria contrarietà a forme imprenditoriali avventurose, che non manifestano alcuna forma di rispetto per i propri dipendenti. Quello dell'informazione locale perdipiù - continua il Presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni -, è un settore fondamentale per garantire il pluralismo nella società umbra".
"Ora le istituzioni devono garantire sostegno e impegnarsi nel risolvere una situazione in cui sono parte lesa i lavoratori e le proprie famiglie - conclude Dottorini - cercando di capire cosa intenda fare l'azienda di qui al 2011, anno in cui secondo gli accordi di vendita, Rte24 avrà a disposizione una frequenza digitale regionale".

Perugia, 5 novembre 2009

"Importante sostenere la campagna del Forum italiano dei movimenti per l'acqua. Impedire mercificazione di un bene comune ed esproprio amministrazioni locali"

LA REGIONE PRESENTI RICORSO DI COSTITUZIONALITA' CONTRO PRIVATIZZAZIONE ACQUA

"Il servizio idrico deve essere sottratto alle logiche del profitto e ai processi di privatizzazione in atto. Per questo è importante che la Regione Umbria presenti un ricorso di costituzionalità contro il recente decreto governativo che di fatto privatizza e mercifica un bene comune come l'acqua, sottraendolo all'autonomia degli enti locali e negando quindi il principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi per i valori - Idv, dà la propria adesione alla campagna lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua e interviene sulle problematiche sollevate dal decreto 135 approvato dal governo Berlusconi il 10 settembre scorso e in questi giorni in fase di conversione.
"Questo provvedimento - spiega Dottorini - sottrae ai cittadini tutta l'acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le banche. E' quindi assolutamente necessario evitare che, con la conversione in legge del decreto, i consigli comunali e i sindaci eletti dai cittadini siano espropriati della gestione dell'acqua potabile che per legge sarà privatizzata e consegnata al mercato".
"E' importante ribadire ancora una volta - aggiunge l'esponente dell'Italia dei valori - che l'acqua è un bene comune essenziale per la vita di ogni uomo, un diritto umano universale che non può divenire risorsa esclusiva. Pertanto il servizio idrico dovrebbe essere dichiarato privo di rilevanza economica. Tra l'altro il meccanismo introdotto dalle previsioni normative della legge 133 del 2008, oltre a considerare l'acqua come un bene di rilevanza economica, finirà a breve per comportare un aumento vertiginoso di costi per l'utente finale, con la costituzione di ulteriori enti politicizzati e costosissimi. Fino a oggi tuttavia era quanto meno riconosciuta facoltà alle amministrazioni locali e ai loro consorzi di esercitare la gestione attraverso società interamente pubbliche e sulla base di indirizzi e controlli diretti. Nel testo approvato in questi giorni invece gli affidamenti a società interamente pubbliche vengono fatti decadere improrogabilmente nel 2011 a meno che l'amministrazione locale non ceda il 40 per cento delle sue quote nella società a soggetti privati. Una scelta scellerata. Per questi motivi chiediamo alla Regione di intervenire con tutti gli strumenti a sua disposizione per evitare che un bene essenziale alla vita di ogni essere vivente venga mercificato e che la sua gestione venga consegnata alle regole del mercato e del profitto".

Perugia, 4 novembre 2009
"Con la legge regionale 18 del 2008 una scelta all'avanguardia. Ora anche il ministero dell'Ambiente ne riconosce la validità"

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"Fa piacere che, una volta tanto, anche il governo nazionale assuma la necessità di incentivare gli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, seguendo i principi di un provvedimento che la nostra regione ha approvato un anno fa. Oggi la nostra legge sugli acquisti pubblici ecologici fa scuola anche in altre regioni d'Italia e trova un importante conferma nelle scelte di un governo notoriamente poco incline a scelte ecologicamente sostenibili". E' questo il commento di Oliviero Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi per i valori - Idv e promotore della legge regionale sugli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, alla notizia del varo, da parte del ministero dell'Ambiente, del decreto che punta a favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica, il cosiddetto Green public procurement .
"E' giusto ricordare - continua il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni - che con la legge regionale 18 del 2008 l'Umbria ha fatto una scelta d'avanguardia e si è dotata di un provvedimento di portata strutturale che permette all'Umbria di collocarsi tra le regioni più virtuose nel panorama nazionale. Questo mentre l'Italia registra un grave ritardo rispetto agli obiettivi del protocollo europeo sulla tutela ambientale. Non si deve dimenticare infatti che il Green public procurement è uno strumento riconosciuto a livello internazionale come capace di consentire la scelta di prodotti e servizi che hanno un ridotto effetto sulla salute e sull'ambiente. Purtroppo ad oggi solo l'8 per cento degli acquisti della pubblica amministrazione italiana rispetta i criteri del Green public procurement, situazione che rende una chimera il raggiungimento dell'obiettivo che l'Italia si è data: il 30 per cento degli acquisti verdi entro il 2009".
"L'Umbria - conclude l'esponente dell'Italia dei Valori - ha già cominciato a fare la sua parte, ponendo con la nostra legge regionale le basi per raggiungere, entro tre anni, l'obiettivo del 30 per cento di acquisti verdi ed ecologicamente sostenibili. Speriamo che con questo decreto anche il governo decida finalmente di intraprendere concretamente la strada indicata dalla nostra regione e di rispettare gli impegni che la comunità internazionale ha preso per salvaguardare l'ambiente in cui viviamo".

Perugia, 3 novembre 2009



 

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