Un nostro caro amico dalla Emilia Romagna, ci ha inviato la risposta che ha ricevuto dal Garante del Contribuente della sua Regione in merito alla "ottusa" pretesa della iscrizione alla F.M.I..
Vi esorto a scrivere al Garante del Contribuente o al Difensore Civico della vostra regione sulla questione della obbligatorietà di iscrizione,pretesa dalla stessa Regione,al club filantropico di nome asi o F.M.I. allegando queste 2 risposte e quanto scritto anche dal Garante del Contribuente della Liguria.
Ciao a tutti.
dario di bello -dariodibello@dottorini.com
Ecco un'altra Sentenza fresca fresca della Commissione Tributaria Regionale di Bologna e siamo a 45 !
Devo dire che la Regione Emilia Romagna sta prendendo un po' di "sberle" in Tribunale, ma la domanda è sempre la stessa: Quando la smetteranno di difendere solo e soltanto gli interessi dell'A.S.I. e non quelli dei contribuenti ?
Comunque la Sentenza prende in esame una motocicletta inserita nell'elenco della F.M.I. ed iscritta anche ad un club locale. Ecco alcuni passi significativi: "...ciò anche in base allo Statuto del Contribuente cui anche la Regione Emilia Romagna in tema di tributi deve attenersi nei rapporti con i contribuenti, che devono essere improntati sulla loro buona fede e sulla loro trasparenza e certezza, e non certo sulle vessazioni gratuite o su carichi burocratici non previsti dalle norme vigenti e richiesti unicamente per il fatto che non ci si è dotati di una adeguata organizzazione".
o ancora questo: "In effetti dal testo del citato art. 63 L 342/2000 si evince chiaramente che è demandata all'Asi o alla Fmi soltanto l'elencazione dei modelli di autoveicolo o di motoveicolo suscettibili di essere dichiarati storici, la frase che "tale determinazione è aggiornata annualmente" esclude tassativamente che detti enti siano tenuti ad esaminare ogni singolo veicolo rilasciando apposita dichiarazione e depone univocamente a favore del carattere generale dell'elenco ivi previsto".
L'orientamento della CTR di Bologna è in perfetta linea con quello che professiamo da anni, nel senso che i Giudici ritengono possibile "autocertificare" o in alternativa essere iscritti ad un club locale. Buona lettura - Scarica la Sentenza della C.T.R. 8-15-12.pdf
Ciao a tutti. dario di bello -dariodibello@dottorini.com
Ieri in Consiglio regionale si discuteva dell'arresto del vice presidente Goracci e si è votato per rieleggere il nuovo Ufficio di Presidenza. Come Italia dei Valori abbiamo ribadito una posizione di rigore e fermezza. Abbiamo chiesto il coraggio di tutelare la credibilità delle istituzioni, evitando di sottoporle ad ulteriori rischi di delegittimazione. Sarebbe giusto che chi risulta indagato dimostrasse il senso di responsabilità istituzionale di fare un passo indietro e separare i propri destini personali da quelli dell'istituzione che rappresenta. Questo non è avvenuto. Proprio per questi motivi non abbiamo partecipato al voto, ritenendo inopportuno sostituire il vice presidente Goracci e non accorgersi che il Presidente resta, indagato, al proprio posto.
Di seguito mio intervento in aula:
oggi ci sentirete ribadire una posizione che riteniamo avrebbe dovuto essere tenuta in più seria considerazione a tempo debito, quando sarebbe stato possibile tutelare in maniera più efficace l'immagine e la credibilità del nostro Consiglio regionale, tenendo separate le vicende personali dei singoli da quelle delle istituzioni.
La vicenda che ha colpito il Consiglio regionale nei giorni scorsi non può essere sottovalutata: per la prima volta in tanti anni - a quanto ci risulta - Forze dell'ordine e Magistratura hanno oltrepassato la soglia del Palazzo della Regione per perquisizioni e sequestro di documenti. E' un'immagine dal forte potere simbolico ed evocativo, la rappresentazione di una credibilità che pare allontanarsi dai palazzi delle istituzioni e che sembra non trovare riscontro nella consapevolezza della politica.
E' un fatto grave, quello a cui abbiamo assistito. Ed é grave che noi non siamo stati in grado di prevenire questa situazione e di tutelare l'Istituzione che ci troviamo a rappresentare dal rischio di un discredito così pesante, forse persino eccessivo per la proiezione che ha avuto sull'immaginario dell'opinione pubblica nazionale. Per quanto ci riguarda riterremmo ancor più grave la nostra incapacità di prendere atto di cosa é avvenuto e di cosa potrebbe avvenire, se non acquisissimo il dato di una società regionale e nazionale che ci sta guardando, che misurerà col metro del rigore etico e della diffidenza le decisioni che assumeremo.
L'arresto del vicepresidente Goracci, oltre a turbarci profondamente, rappresenta solo l'ultimo caso, forse il più eclatante, di eventi che negli ultimi mesi hanno coinvolto esponenti di spicco della politica regionale, delineando un quadro preoccupante che ci impone di affrontare apertamente, senza cedere alla tentazione minimalista, il problema di come tutelare le istituzioni regionali che rischiano di vedere compromessa la propria credibilità e autorevolezza.
Questa situazione non é frutto di circostanze impreviste e oggi, per l'Italia dei Valori, sarebbe fin troppo facile dire "l'avevamo detto". Sarebbe troppo semplice ricordare le nostre richieste di "un passo indietro" per chi ricopre cariche istituzionali ed é raggiunto di avvisi di garanzia. Oppure la richiesta di comunicazioni al Consiglio che lo stesso Goracci negò con un atteggiamento di supponenza che lo indusse a definirci "moralisti di risulta" per il solo aver chiesto spiegazioni di quanto stava avvenendo.
Oggi si comprende senza timori di fraintendimento che la nostra richiesta non aveva nulla di personale, ma sarebbe stato l'unico modo per salvaguardare la massima istituzione regionale e non intaccarne la credibilità agli occhi dei cittadini. In molte occasioni si é preferito nascondere la testa sotto la sabbia e far passare per giustizialista chi chiedeva soltanto atti concreti e scelte di buon senso. Noi rimaniamo convinti che l'Assemblea regionale non abbia fatto una buona scelta a ignorare quella nostra richiesta e che la credibilità della massima istituzione non sia stata tutelata a dovere.
Detto questo, voglio ammettere che il nostro primo sentimento di fronte agli arresti di questi giorni è di tristezza per le vicende personali dei singoli che vanno rispettate e in ogni caso separate completamente dalle questioni istituzionali, al di là delle appartenenze politiche. A nostro avviso ciò che emerge in maniera chiara, al di là dei risvolti giudiziari delle varie vicende processuali, è l'esistenza di una questione morale ed etica che attraversa la nostra vita democratica e si insinua, a prescindere dagli schieramenti politici, nel nostro modo di concepire il rapporto tra politica e istituzioni, tra politica e affari, tra i cittadini e chi li governa. D'ora in avanti nessuno può continuare a negarla o a far finta di niente.
A questo punto riteniamo fondamentale una reazione decisa per dare la misura di un'assunzione di responsabilità a prescindere dalle appartenenze partitiche. Attenzione, vorrei sottolineare questo aspetto: noi non ne facciamo una questione di schieramenti. Crediamo che la questione etica che siamo chiamati ad affrontare non abbia limiti nÈ di partito nÈ di coalizione.
Noi sappiamo che l'avviso di garanzia non equivale a un rinvio a giudizio e riteniamo che la presunzione di innocenza debba animare ogni nostra considerazione. E tuttavia. Tuttavia voi pensate che la nostra Regione potrebbe reggere all'eventualità, che ci auguriamo non debba mai verificarsi, di un ulteriore rinvio a giudizio dopo gli arresti di Gubbio? Credete che sarebbe in grado di reggere il danno di immagine e di credibilità che ne deriverebbe? Noi pensiamo sia doveroso mettere al riparo le nostre istituzioni da qualsiasi rischio. Da forza che governa questa Regione, riteniamo che sarebbe un grave errore mettere a repentaglio il profilo riformatore della coalizione per non aver saputo cogliere per tempo le avvisaglie di una situazione che richiede rigore e trasparenza.
Tutti siamo chiamati ad uno scatto di responsabilità, a trovare un ordine di priorità in questo quadro di ragioni che si confrontano. Verrebbe da dire, parafrasando lo slogan coniato dal Partito democratico a livello nazionale, "Prima di tutto l'Umbria". Prima di tutto il bene comune, le riforme, la capacità di dare risposte a una società che si trova alle prese con una crisi epocale.
Per questo pensiamo che la politica debba trovare la forza di fare scelte coraggiose che sgomberino il campo da qualunque sospetto.
A questo proposito è da apprezzare il provvedimento immediato che l'Idv ha assunto nei confronti del proprio iscritto coinvolto nella vicenda eugubina. Così deve agire chi ha a cuore le istituzioni e intende tutelarle in maniera trasparente e coerente, indipendentemente dalle convinzioni personali e dalla presunzione di innocenza che - ripeto - deve sempre animare ogni nostra considerazione. Non ci piacciono i garantisti a fasi alterne, né chi utilizza due pesi e due misure a seconda che si trovi a Roma o a Perugia, a seconda che debba valutare la situazione di un proprio aderente o di quello dello schieramento avverso.
Per il medesimo motivo, noi non condividiamo soluzioni rabberciate, ritocchi di immagine che non vanno oltre la gestione un po' gattopardesca della situazione contingente. Consideriamo sbagliata l'idea di rinnovare l'ufficio di presidenza e allo stesso tempo di ignorare che chi lo presiede risulta essere tuttora indagato. Si tratta di una scelta debole che trasmette un messaggio incomprensibile alla comunità regionale. Oggi pare venire a mancare quel gesto di responsabilità che consentirebbe di restituire alla massima istituzione regionale la credibilità e la forza per sgomberare ogni ombra e ogni ulteriore rischio.
Noi non conosciamo i risvolti dell'indagine che coinvolge il Presidente Brega, se non per le pesanti ipotesi di reato che gli vengono contestate. Rimaniamo fermi nella convinzione che occorra sospendere ogni valutazione fino al giudizio definitivo. E questo vale per Goracci come per tutti gli altri soggetti coinvolti in indagini giudiziarie. Tuttavia è importante ribadire che le istituzioni devono essere tutelate da ogni rischio di delegittimazione. Pertanto ribadiamo l'importanza di sgomberare il campo da ogni sospetto e di distinguere i destini personali da quelli delle istituzioni che si rappresentano.
Lo abbiamo detto già nei giorni scorsi. La soluzione che viene prospettata è per noi inadeguata ad affrontare in modo serio l'emergenza che stiamo vivendo. Intendiamoci, noi comprendiamo lo sforzo che il Pd sta mettendo in campo per tentare di trovare una soluzione e accogliamo l'impegno di un confronto entro il mese di marzo come un fatto significativo. Diciamo di più: confidiamo che la nostra posizione di buon senso e rigore possa dare la forza di scelte chiare a chi all'interno di quel partito sta combattendo una battaglia di legalità e fermezza. Ma così come ci viene prospettata, la soluzione di un semplice avvicendamento nell'ufficio di presidenza, ci appare minimalista e insufficiente a restituire serenità. Avvertiamo l'amara sensazione di un rinvio, di un tentativo di aggirare il problema senza affrontarlo in maniera esplicita e determinata. Questo indipendentemente dai nomi che pare vengano proposti su cui ovviamente non abbiamo alcuna riserva di carattere personale.
Al contrario noi pensiamo e proponiamo che la nostra Regione debba costituirsi parte civile negli eventuali giudizi che dovessero scaturire da questa come da altre vicende per tutelare un'immagine che già oggi risulta fortemente compromessa. Riteniamo che la Presidente Marini debba difendersi innanzitutto da chi vorrebbe irretirla su posizioni di conservazione, mettendo in discussione l'azione riformatrice del suo programma.
Per questo oggi non parteciperemo a una votazione per eleggere il sostituto di Goracci, senza avere il coraggio di fare chiarezza sulla presidenza del Consiglio regionale. Facciamo questa scelta perché vogliamo giocare a carte scoperte e perché siamo abituati a scelte coerenti e trasparenti, a maggior ragione quando si tratta di tutelare le istituzioni. In questo modo crediamo di togliere un alibi anche a chi é pronto, persino nelle file della maggioranza, a mettere impropriamente in difficoltà l'esecutivo senza avere il coraggio di assumere posizioni a viso aperto.
Come Idv abbiamo da subito, e in modo risoluto, declinato ogni invito ad avanzare candidature in sostituzione di Orfeo Goracci e non parteciperemo al voto dal momento che riteniamo che dal Consiglio regionale debba giungere un invito esplicito alla responsabilità a fare della questione morale un pilastro del nostro agire politico. Questo al di là dei risvolti giudiziari, dal momento che a noi competono i risvolti politici e istituzionali. Anche qualora risultasse che in questa, come in altre vicende - da Sanitopoli agli eventi valentiniani - non ci siano aspetti di rilevanza penale o comunque reati di tipo amministrativo, quello che emerge, e che sembra ormai chiaro, é che esiste un enorme problema di trasparenza nella gestione di concorsi, appalti ed assunzioni, che getta un'ombra pesante sul sistema democratico regionale.
E su questo non possiamo pensare di indugiare oltre.
Ennesima Sentenza proveniente dalla C.T.P. di Bologna, fornitami dall'amico Avv. Olivieri di Faenza che è sempre in prima linea. Come sapete la Tassa Auto si prescrive in 3 anni, questo vuol dire che nel 2012 la Regione può esigere al massimo la Tassa Auto del 2009, le annualità precedenti a questa sono prescritte.
Qui la Regione Emilia è stata condannata alle spese ed il Sig. Giancarlo ha fatto tutto da solo. Buona lettura - Scarica la Sentenza
"Connubio fra arte, storia, gastronomia e paesaggio, coniugati in chiave moderna e sostenibile, vero motore della ripresa in Umbria"
"Le parole con cui Cucinelli ha parlato della vera vocazione turistica dell'Umbria sono piene di buon senso. Affermiamo da anni che la nostra regione ha tra i suoi principali punti di forza la bellezza dei suoi paesaggi, la ricchezza dell'arte e la genuinità dei suoi prodotti tipici. Il connubio fra arte, storia, gastronomia e paesaggio, se coniugato in chiave moderna e sostenibile, potrebbe essere il vero motore della ripresa in Umbria". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale commenta le affermazioni di Brunello Cucinelli a proposito della vocazione turistica dell'Umbria espresse al Bit di Milano.
"Il modello dei grandi eventi e la trasformazione delle nostre città in enormi luna park a cielo aperto - aggiunge Dottorini - non risponde certo alla vocazione turistica della nostra regione. L'Umbria ha bisogno di valorizzare al massimo l'autenticità e l'equilibrio ambientale delle sue campagne, dei suoi borghi e della sua cultura. Le manie di grandezza e le manifestazioni che richiamano enormi folle per brevi periodi rischiano invece di mettere alla luce una modalità un po' provinciale di imitare modelli 'mordi e fuggi' e senza visione strategica. Crediamo che la strada da percorrere sia quella delle manifestazioni diffuse in tutto il territorio regionale e durante tutto l'anno, di dimensioni vivibili e che siano lo specchio di uno stile di vita unico ed inimitabile. In questa maniera probabilmente non avremmo picchi di affluenze concentrati in brevi periodi, ma presenze costanti, realmente benefiche anche per il sistema economico e ricettivo regionale".
Questa è la terza segnalazione che ricevo in merito ad un appuntamento che nulla ha a che fare con i veicoli storici.
È inutile dirvi che volentieri accolgo questo invito.
Si tratta di una di una mostra di immagini fotografiche il cui autore è Massimo Cucinelli.
Vi invito ad andarci. La Mostra è alla ex Chiesa di S. Maria della Misericordia in Via Oberdan 54 a Perugia. Scarica la locandina dell'evento
"Decisione assunta senza studio di fattibilità e senza informare il Consiglio. Subito un tavolo tecnico con associazioni ambientaliste. Valutare i danni subiti dal fiume."
"Con la decisione della Regione di dimezzare la portata del Tevere a 500 litri al secondo fino a settembre si è creato un danno ambientale e all'ecosistema irreparabile che oggi ha reso il letto del fiume completamente asciutto. Quando è stata presa quella decisione non sono state sentite associazioni ambientaliste e cittadini, non ci risulta sia stato fatto uno studio di fattibilità per calcolare gli eventuali danni e non sono state prese in dovuta considerazione le varie 'prese d'acqua' che si trovano a valle del rilascio che catturano circa 400 litri al secondo lasciando al fiume solo poche gocce d'acqua. Ovviamente il Consiglio regionale non è stato messo a conoscenza di quanto si andava a decidere". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale commenta le recenti condizioni di secca del fiume Tevere e chiede la revisione della delibera 51 del 2012 con la quale la Giunta regionale ha diminuito la portata di rilascio della diga di Montedoglio.
"Che il più importante fiume della Regione e uno dei più importanti d'Italia possa trovarsi oggi in queste condizioni, ridotto a rigagnolo e compromesso nel suo equilibrio, rappresenta un danno ambientale enorme di cui l'assessore Rometti deve rispondere. Comprendiamo i rischi dovuti all'abbassamento del livello dell'invaso - continua Dottorini - ma non possiamo sacrificare la vita del Tevere e di tutto l'ecosistema ambientale e animale che lo circonda sull'altare dell'irrigazione, magari di colture altamente inquinanti e in via di dismissione come il tabacco. Il rischio siccità del Tevere, scongiurato in minima parte solo grazie alle basse temperature e allo scioglimento della neve che ha rimesso in funzione gli affluenti nella parte umbra, comporterebbe un rischio sanitario altissimo per quanto riguarda la morìa dei pesci che andranno sicuramente rimossi per evitare putrefazione. Questo darà sicuramente luogo ad un aumento dei costi ai danni dei comuni interessati, senza contare poi le specie protette che fanno parte dell'ecosistema. Inoltre i tecnici ci fanno notare come il provvedimento di riduzione della portata di rilascio della diga da mille litri al secondo a 500 non risolve assolutamente il problema e non lo risolverebbe nemmeno la chiusura totale".
"Come Italia dei Valori - conclude Dottorini - chiediamo che venga sospesa l'efficacia della delibera 51 del 2012 e che venga subito istituito un tavolo tecnico interregionale, comprendente le associazioni ambientaliste e di pesca per studiare le possibili soluzioni al problema del livello della diga di Montedoglio e trovare soluzioni, quantificando anche i danni subiti fino ad ora dal fiume Tevere".
"Fondamentale sgomberare il campo da ogni sospetto. Distinguere destini personali da quelli delle istituzioni che si rappresentano"
"Non è escluso che di qui a mercoledì possa prevalere il buon senso e che il Presidente Brega si presenti dimissionario alla seduta del Consiglio regionale. Sarebbe un gesto di responsabilità che consentirebbe di restituire alla massima istituzione regionale la credibilità e la forza per sgomberare ogni ombra e ogni ulteriore rischio. Rinnovare l'ufficio di presidenza e allo stesso tempo ignorare che chi lo presiede risulta essere tuttora indagato sarebbe una scelta debole che lancerebbe un messaggio incomprensibile alla comunità regionale". E' quanto dichiara il capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Cesaroni, Oliviero Dottorini.
"Nella riunione della Conferenza dei capigruppo di ieri - aggiunge Dottorini - è emerso che, pur essendo avvenuta in modo contestuale, l'elezione del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza sono formalmente distinte. Quindi, a meno di un gesto di responsabilità da parte del Presidente, mercoledì saremo chiamati alla rielezione dei soli vice presidenti e segretari. Il che sottoporrebbe questo importante organo istituzionale al perdurare di una situazione di instabilità che a nostro avviso non possiamo permetterci. Non conosciamo i risvolti dell'indagine che coinvolge il Presidente Brega se non per le pesanti ipotesi di reato che gli vengono contestate. Rimaniamo fermi nella convinzione che per tutti debba valere la presunzione di innocenza e che ogni valutazione è giusto resti sospesa fino al giudizio definitivo. Tuttavia è importante ribadire che le istituzioni devono essere tutelate da ogni rischio di delegittimazione. Pertanto è fondamentale sgomberare il campo da ogni sospetto e distinguere i destini personali da quelli delle istituzioni che si rappresentano. C'è una questione morale che si insinua nel nostro tessuto democratico e non possiamo più indugiare o far finta di nulla".
"Oggi è chiaro a tutti che avevamo ragione a chiedere un passo indietro, ma venimmo definiti moralisti di risulta. Convocare subito Conferenza dei Presidenti"
"E' una notizia che ci turba profondamente e oggi sarebbe troppo facile dire l'avevamo detto". Sono le prime parole con cui Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Cesaroni, commenta l'arresto del vicepresidente del Consiglio regionale Orfeo Goracci e di altre otto persone.
"Il nostro primo sentimento - aggiunge Dottorini - è di tristezza per le vicende personali dei singoli che vanno rispettate e in ogni caso separate completamente dalle questioni istituzionali, al di là delle appartenenze politiche. C'è una questione morale che attraversa la nostra vita democratica e oggi nessuno può continuare a negarla o a far finta di niente. Quando chiedemmo un passo indietro a tutti gli indagati presenti in Consiglio regionale, fummo lasciati completamente soli e definiti "moralisti di risulta". Ci auguriamo che oggi si comprenda che la nostra richiesta non aveva nulla di personale, ma sarebbe stato l'unico modo per salvaguardare la massima istituzione regionale e non intaccarne la credibilità agli occhi dei cittadini. In quelle occasioni si è preferito, in maniera assolutamente bipartisan, nascondere la testa sotto la sabbia e far passare per giustizialista chi chiedeva soltanto atti concreti e scelte di buon senso. Oggi più che mai rimaniamo convinti che l'Assemblea regionale non abbia fatto una buona scelta e che la credibilità della massima istituzione non sia stata tutelata. Ci auguriamo che da oggi la politica abbia la forza di fare scelte coraggiose che sgomberino il campo da qualunque sospetto, a tutti i livelli. A questo proposito è da apprezzare il provvedimento immediato che l'Idv ha assunto nei confronti del proprio iscritto coinvolto nella vicenda. Così deve agire chi ha a cuore le istituzioni e intende tutelarle in maniera trasparente e coerente, indipendentemente dalle convinzioni personali e dalla presunzione di innocenza che deve sempre animare ogni nostra considerazione. Pertanto ribadiamo la nostra assoluta fiducia nella Magistratura e ci auguriamo che possa essere restituita in tempi rapidi credibilità, funzionalità e decoro alle istituzioni regionali. Anche per questo è necessario convocare al più presto la Conferenza dei Presidenti del Consiglio regionale".
Ecco cosa è successo quando lo scorso novembre abbiamo chiesto al vicepresidente Goracci di riferire in aula sul suo avviso di garanzia e sull'inchiesta che lo riguarda: http://youtu.be/U1tNGsGshTA
Una reazione scomposta e stizzita che già allora ci fece preoccupare, innanzitutto per la credibilità dell'istituzione che si trovava a rappresentare, vista la malattia del Presidente Brega (anch'egli indagato).
Purtroppo tutti, dal Pd al Pdl dalla Lega all'Udc, in quell'occasione preferirono nascondere la testa sotto la sabbia e venimmo definiti "moralisti di risulta" dallo stesso Goracci.
Invece, come in molte occasioni, avevamo ragione. Riteniamo che sia giunto il momento di scelte politiche coraggiose e trasparenti che sgomberino il campo da qualunque sospetto, a tutti i livelli e a prescindere dalle appartenenze politiche. C'è una questione morale in Umbria che non può più essere negata.
Guarda le proposte di legge presentate da Oliviero Dottorini nel corso della IX legislatura:
Guarda le mozioni, le interrogazioni, i question time e gli ordini del giorno presentati da Oliviero Dottorini nel corso della IX legislatura:
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