"Decisione assunta senza studio di fattibilità e senza informare il Consiglio. Subito un tavolo tecnico con associazioni ambientaliste. Valutare i danni subiti dal fiume."

"Con la decisione della Regione di dimezzare la portata del Tevere a 500 litri al secondo fino a settembre si è creato un danno ambientale e all'ecosistema irreparabile che oggi ha reso il letto del fiume completamente asciutto. Quando è stata presa quella decisione non sono state sentite associazioni ambientaliste e cittadini, non ci risulta sia stato fatto uno studio di fattibilità per calcolare gli eventuali danni e non sono state prese in dovuta considerazione le varie 'prese d'acqua' che si trovano a valle del rilascio che catturano circa 400 litri al secondo lasciando al fiume solo poche gocce d'acqua. Ovviamente il Consiglio regionale non è stato messo a conoscenza di quanto si andava a decidere". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale commenta le recenti condizioni di secca del fiume Tevere e chiede la revisione della delibera 51 del 2012 con la quale la Giunta regionale ha diminuito la portata di rilascio della diga di Montedoglio.
"Che il più importante fiume della Regione e uno dei più importanti d'Italia possa trovarsi oggi in queste condizioni, ridotto a rigagnolo e compromesso nel suo equilibrio, rappresenta un danno ambientale enorme di cui l'assessore Rometti deve rispondere. Comprendiamo i rischi dovuti all'abbassamento del livello dell'invaso - continua Dottorini - ma non possiamo sacrificare la vita del Tevere e di tutto l'ecosistema ambientale e animale che lo circonda sull'altare dell'irrigazione, magari di colture altamente inquinanti e in via di dismissione come il tabacco. Il rischio siccità del Tevere, scongiurato in minima parte solo grazie alle basse temperature e allo scioglimento della neve che ha rimesso in funzione gli affluenti nella parte umbra, comporterebbe un rischio sanitario altissimo per quanto riguarda la morìa dei pesci che andranno sicuramente rimossi per evitare putrefazione. Questo darà sicuramente luogo ad un aumento dei costi ai danni dei comuni interessati, senza contare poi le specie protette che fanno parte dell'ecosistema. Inoltre i tecnici ci fanno notare come il provvedimento di riduzione della portata di rilascio della diga da mille litri al secondo a 500 non risolve assolutamente il problema e non lo risolverebbe nemmeno la chiusura totale".
"Come Italia dei Valori - conclude Dottorini - chiediamo che venga sospesa l'efficacia della delibera 51 del 2012 e che venga subito istituito un tavolo tecnico interregionale, comprendente le associazioni ambientaliste e di pesca per studiare le possibili soluzioni al problema del livello della diga di Montedoglio e trovare soluzioni, quantificando anche i danni subiti fino ad ora dal fiume Tevere".
Perugia, 17 febbraio 2012
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