I consiglieri regionali dell'Italia dei valori Oliviero Dottorini e Paolo Brutti hanno tenuto una conferenza stampa stamani a Palazzo Cesaroni per illustrare i contenuti di una interrogazione alla Giunta con la quale si chiede di riorganizzare il comparto della zootecnia, con particolare riguardo per la suinicoltura nei territori di Bettona e Marsciano, indicando anche una strategia basata su sviluppo sostenibile e tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente. Presenti i rappresentanti dei comitati per l'ambiente di Bettona e Marsciano.
Acs) Perugia, 4 giugno 2010 - L'Italia dei Valori con una interrogazione chiede alla Giunta regionale come intende riorganizzare il comparto della zootecnia, con particolare riguardo per la suinicoltura, nei territori di Bettona e Marsciano, oltre che nel resto della regione, assicurando uno sviluppo sostenibile e fornendo una soluzione al degrado ambientale e igienico sanitario ormai non più sostenibile, come hanno testimoniato, nella conferenza stampa indetta dai consiglieri dell'Idv Oliviero Dottorini e Paolo Brutti che si è tenuta stamani a Palazzo Cesaroni, i rappresentanti dei comitati di cittadini dei territori di Bettona e Marsciano. Dottorini e Brutti, firmatari dell'atto, chiedono anche se la Regione sia in grado di spiegare la diminuzione del livello di liquame nella laguna di stoccaggio di Bettona, pur in presenza di fenomeni di piovosità che avrebbero dovuto portare invece ad un innalzamento del livello, nonché se vi siano pericoli per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
Sull'atto ispettivo depositato oggi dall'Idv si richiama anche l'indagine giudiziaria che, solo a Bettona, ha portato a 11 arresti e 85 indagati con capi di imputazione quali disastro ambientale e associazione a delinquere, oltre al sequestro degli impianti di depurazione dei reflui zootecnici di Marsciano e Bettona. Sempre nell'interrogazione alla Giunta si legge che "dal ricorso presentato dalla Codep (società che gestisce dal 1993 l'impianto di Bettona, ndr) contro il comune di Bettona si evince che risultano indagati per reati contro l'ambiente, per concorso in disastro ambientale, per concorso in avvelenamento e per associazione a delinquere anche il sindaco ed il vicesindaco nonché assessore all'ambiente del comune di Bettona".
L'Italia dei valori prospetta inoltre una linea di gestione della zootecnia in Umbria che punti su certificazione, marchi di qualità, filiera corta ed escludendo regimi di allevamento intensivo, soccida e altre pratiche che finora hanno bloccato lo sviluppo della filiera e causato gravi danni ambientali: "Basta ingrassare animali provenienti da altri territori", ha detto il capogruppo dell'Idv Dottorini, e il consigliere Brutti ha sottolineato che "mentre il valore aggiunto va in Emilia Romagna, a noi restano i liquami".
Altri aspetti della vicenda sono la riduzione considerevole delle attività delle aziende agricole dovuta all'interruzione dell'attività del depuratore di Olmeto e la considerazione che il Piano di tutela delle acque, approvato con legge regionale ("25/2009") prevede il "miglioramento dell'efficienza depurativa degli impianti di trattamento degli effluenti zootecnici presenti nei comuni di Bettona e Marsciano", e che la Giunta regionale, d'intesa con i comuni interessati, "individui le disposizioni transitorie valide fino all'adeguamento degli impianti". A questo proposito il sindaco di Marsciano ha, nelle more delle norme transitorie, autorizzato la ripresa delle attività ad alcune aziende suinicole, in deroga alla sua precedente ordinanza con cui aveva vietato l'attività. La Giunta, con delibera numero 300 del 23/02/2010, ha consentito al sindaco di Marsciano di autorizzare fino al 31/10/2010 l'attività degli allevamenti suinicoli esistenti, "pur se l'impianto di depurazione - si legge nell'interrogazione - rimane sotto sequestro, disponendo che lo smaltimento dei reflui avvenga attraverso la fertirrigazione".
Rabbia e preoccupazione sono state espresse dai rappresentanti dei comitati di cittadini di Bettona e Marsciano, perché la vivibilità di quelle zone risulta compromessa sia per il cattivo odore che per le preoccupazioni dovute ai rischi ambientali di sversamento su Genna, Nestore e sulle parti del territorio interessate dalle attività, oltre che per il calo del livello del refluo sulla laguna in un periodo in cui le precipitazioni atmosferiche sono state invece insistenti, come documenta l'atto depositato dai consiglieri dell'Italia dei Valori. PG/pg
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