"Un modo poco elegante per affossare temi importanti e proposte avanzate da migliaia di cittadini. Oggi arrampicarsi sugli specchi non serve più a nulla"
"Politiche di genere e proposta popolare sulla sanità sono le vittime sacrificali di questa fine legislatura. E' grave che il Consiglio abbia rifiutato di affrontarle venendo meno ad impegni assunti da tempo. Oggi arrampicarsi sugli specchi non serve più a nulla". Sono le parole con cui il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria migliore) commenta l'ultima seduta del Consiglio regionale durante la quale è stata esclusa per un presunto e non causale vizio procedurale la proposta di legge popolare sulla sanità e non è stata ammessa la trattazione della proposta di legge sulle "politiche di genere" e "per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne" (la proposta di inserimento da parte di Dottorini è stata bocciata con 18 voti contrari e 3 a favore).
"Si tratta in entrambi i casi di un modo poco elegante per affossare temi importanti e proposte avanzate da migliaia di cittadini della nostra regione. I promotori e le associazioni coinvolte sanno benissimo come e chi è responsabile dell'insabbiamento dei due disegni di legge. Nel caso della proposta di iniziativa popolare sulla sanità - spiega il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali - un escamotage procedurale ha fatto sì che il testo, pur approvato da molte settimane dalla prima commissione e pur inserito all'ordine del giorno, non sia stato esaminato, dando un segnale pessimo agli oltre 3mila cittadini che lo avevano sottoscritto. Come già avvenuto per gli 8500 sottoscrittori della petizione contro la trasformazione della E45 in autostrada, si è preferito mettere la testa sotto la sabbia e affossare tutto piuttosto che affrontare a viso aperto una discussione sui temi posti e accuratamente mediati da un lungo confronto di commissione. Riguardo alle politiche di genere non si capisce sulla base di quale patto Pd, Psi e centrodestra siano giunti a sacrificare un testo in discussione da molti mesi e ritenuto elemento fondamentale delle politiche regionali. La mia proposta di inserire il tema all'ordine del giorno è stata bocciata in maniera clamorosa e bipartisan, come se il tema non fosse condiviso nei suoi contenuti e nella sua urgenza. Su questo argomento poi, come è evidente, la prima commissione non ha alcuna competenza e chiamarla in causa come luogo di patti politici dimostra solo scarso senso delle istituzioni".
"Quelli di ieri non sono certo bei segnali che si trasmettono alla comunità regionale - conclude Dottorini -. Credo che a rimetterci sia innanzitutto la credibilità delle istituzioni e a pagarne le conseguenze saremo tutti noi".
Perugia, 27 marzo 2015
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