RIFIUTI. DOTTORINI (VERDI E CIVICI): LEGITTIMA LA PROTESTA DI PIETRAMELINA. I PATTI VANNO RISPETTATI.
"La discarica doveva essere chiusa nel 2004, non ridicolizzare gli accordi istituzionali"
"Gli accordi devono essere rispettati. Non si possono cambiare le carte in tavola per mascherare le carenze gestionali e l'assenza di strategie nella gestione integrata dei rifiuti. Non è accettabile che Regione, Provincia, comune di Perugia e Gesenu propongano ai comitati dei cittadini di Pietramelina nuovi protocolli di intesa sulla questione della discarica, senza tener conto del precedente accordo debitamente firmato nel '97 da tutte le parti e con il quale si stabiliva che la discarica dovesse chiudere una volta raggiunti i 2 milioni e 200mila metri cubi di volume, quindi già dal 2004". Questo il commento del capogruppo dei Verdi e civici in consiglio regionale Oliviero Dottorini in merito alle proteste espresse dal comitato "Inceneritorizero" e dalle associazioni di Legambiente e Italia Nostra.
"Non si possono bypassare le normali procedure democratiche, tanto meno su questioni importanti che coinvolgono da vicino la salute dei cittadini come la gestione dei rifiuti, perché in questo modo si tenta di invalidare atti giuridicamente validi e si ridicolizzano gli accordi istituzionali", aggiunge l'esponente del Sole che ride che condivide la scelta dei comitati di non firmare il nuovo protocollo proposto perché in quel documento "non viene indicata una data certa per la chiusura della discarica, che è invece il punto fermo delle richieste dei cittadini di Pietramelina".
"Noi Verdi e civici - aggiunge Dottorini - ci siamo sempre battuti per la chiusura immediata della discarica e lo avevamo proposto nella nostra mozione, respinta purtroppo anche dagli altri partiti del centro-sinistra. Questa, come altri temi, non hanno avuto spazio nel dibattito in Consiglio regionale. La verità è che fino a che le politiche sui rifiuti resteranno in mano alle aziende di gestione, a essere privilegiate saranno l'incenerimento e il conferimento in discarica a tutto svantaggio di una seria raccolta differenziata rispettosa dei contribuenti e dell'ambiente. Per questo noi avevamo proposto, assieme alla chiusura immediata della discarica di Pietramelina, la creazione di un tavolo tecnico composto da esperti del settore che individuasse le modalità per una seria raccolta differenziata "porta a porta" e il passaggio da tassa a tariffa, consentendo ai cittadini di pagare solo per i rifiuti che producono e non in base criteri del tutto discrezionali come i metri quadri della propria abitazione o il numero di componenti della famiglia. Su queste basi sarebbe stato possibile individuare le strategie più corrette per far sì che l'Umbria raggiunga standard di raccolta differenziata quantitativamente decenti, come accade in molte regioni e comuni d'Italia, dove in certi casi si toccano picchi dell'80 per cento di rifiuti selezionati. Ma tutto questo non è stato preso in considerazione ed ora ci troviamo di fronte ad una situazione che mette a rischio e rende sempre più incerte le legittime tutele richieste dai cittadini di Pietramelina e di altre aree della regione".
Perugia, 12 maggio 2006
"La discarica doveva essere chiusa nel 2004, non ridicolizzare gli accordi istituzionali"
"Gli accordi devono essere rispettati. Non si possono cambiare le carte in tavola per mascherare le carenze gestionali e l'assenza di strategie nella gestione integrata dei rifiuti. Non è accettabile che Regione, Provincia, comune di Perugia e Gesenu propongano ai comitati dei cittadini di Pietramelina nuovi protocolli di intesa sulla questione della discarica, senza tener conto del precedente accordo debitamente firmato nel '97 da tutte le parti e con il quale si stabiliva che la discarica dovesse chiudere una volta raggiunti i 2 milioni e 200mila metri cubi di volume, quindi già dal 2004". Questo il commento del capogruppo dei Verdi e civici in consiglio regionale Oliviero Dottorini in merito alle proteste espresse dal comitato "Inceneritorizero" e dalle associazioni di Legambiente e Italia Nostra.

"Non si possono bypassare le normali procedure democratiche, tanto meno su questioni importanti che coinvolgono da vicino la salute dei cittadini come la gestione dei rifiuti, perché in questo modo si tenta di invalidare atti giuridicamente validi e si ridicolizzano gli accordi istituzionali", aggiunge l'esponente del Sole che ride che condivide la scelta dei comitati di non firmare il nuovo protocollo proposto perché in quel documento "non viene indicata una data certa per la chiusura della discarica, che è invece il punto fermo delle richieste dei cittadini di Pietramelina".
"Noi Verdi e civici - aggiunge Dottorini - ci siamo sempre battuti per la chiusura immediata della discarica e lo avevamo proposto nella nostra mozione, respinta purtroppo anche dagli altri partiti del centro-sinistra. Questa, come altri temi, non hanno avuto spazio nel dibattito in Consiglio regionale. La verità è che fino a che le politiche sui rifiuti resteranno in mano alle aziende di gestione, a essere privilegiate saranno l'incenerimento e il conferimento in discarica a tutto svantaggio di una seria raccolta differenziata rispettosa dei contribuenti e dell'ambiente. Per questo noi avevamo proposto, assieme alla chiusura immediata della discarica di Pietramelina, la creazione di un tavolo tecnico composto da esperti del settore che individuasse le modalità per una seria raccolta differenziata "porta a porta" e il passaggio da tassa a tariffa, consentendo ai cittadini di pagare solo per i rifiuti che producono e non in base criteri del tutto discrezionali come i metri quadri della propria abitazione o il numero di componenti della famiglia. Su queste basi sarebbe stato possibile individuare le strategie più corrette per far sì che l'Umbria raggiunga standard di raccolta differenziata quantitativamente decenti, come accade in molte regioni e comuni d'Italia, dove in certi casi si toccano picchi dell'80 per cento di rifiuti selezionati. Ma tutto questo non è stato preso in considerazione ed ora ci troviamo di fronte ad una situazione che mette a rischio e rende sempre più incerte le legittime tutele richieste dai cittadini di Pietramelina e di altre aree della regione".
Perugia, 12 maggio 2006
Lascia un commento