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STATUTO E LEGGE ELETTORALE. INCIUCIO PD-PDL

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STATUTO E LEGGE ELETTORALE.
INCIUCIO PD-PDL: SBARRAMENTO AL 5,3 PER CENTO E LISTINO DI NOMINATI DAI PARTITI
DOTTORINI: "ATTO SPUDORATO, DURO COLPO ALLA DEMOCRAZIA"

Pd e Pdl, con l'assenso di Rifondazione, Udc e Sinistra per l'Umbria, siglano l'accordo per introdurre lo sbarramento oltre il 5 per cento. Si tratterebbe dell'unico caso in Italia.
Per i Verdi e civici necessario eliminare listini e capilista bloccati, diminuire il numero dei consiglieri, fissare una soglia di sbarramento non superiore al 4 per cento.


Presidente, colleghi,

oggi ci troviamo a dare un parere su un pacchetto di proposte che riguardano sia la modifica dello statuto, sia i criteri che dovranno portare la nostra regione a una nuova legge elettorale. Almeno questi erano gli accordi.

Sullo Statuto dobbiamo prendere atto dell'errore che cinque anni fa portò maggioranza ed opposizione unite - il nostro gruppo all'epoca non era presente in Consiglio regionale - a innalzare da 30 a 36 il numero dei consiglieri regionali. Le motivazioni, possiamo solo immaginarlo, erano nobili e non riguardavano certo le necessità dei singoli partiti di vedersi assicurata una rappresentatività. Oggi i tanti movimenti di protesta e il crescente disamore dei cittadini nei confronti della politica consigliano a quegli stessi gruppi consiliari di fare marcia indietro. C'eravamo sbagliati - sembrano dire - o, meglio, ci abbiamo provato e siamo stati scoperti. Occorre tornare a 30, 30 più uno, per l'esattezza.

Niente da eccepire. O meglio: tanto da eccepire, ma non è su questo che vuole concentrarsi il mio intervento. La questione che desta in noi stupore è la assoluta mancanza di pudore che spinge oggi alla presentazione delle linee di una legge truffa, antidemocratica e ritagliata sul profilo di due o tre forze politiche regionali. Non soddisfatti del disastro provocato attraverso la pretesa autosufficienza dell'aprile 2008, non soddisfatti dello sbarramento alle elezioni europee, la proposta avanzata oggi prevede un listino di sei persone non scelte dagli elettori, uno sbarramento che per la provincia di Perugia si aggira intorno al 5,3 per cento e per la provincia di Terni va oltre il 14 per cento: roba da fare impallidire chi, come Calderisi e il centrodestra, stanno tentando di inserire una soglia pari al 4 per cento nella legislazione elettorale relativa alle regionali.

Ora, credo che tutti noi abbiamo compreso il messaggio che ci giunge dall'elettorato e dalla propaganda dei partiti maggiori. La semplificazione del sistema politico è in atto a tutti i livelli e forme di sbarramento, giuste o sbagliate che siano (io propendo per la seconda ipotesi), sono da prevedere forse anche a livello regionale. La proposta che viene avanzata oggi, però, è qualcosa di diverso, fa un salto di qualità: è una proposta che non solo toglie in parte la possibilità di scelta agli elettori, ma è concepita per avvantaggiare soltanto i due partiti maggiori. Non ci stiamo riferendo allo sbarramento del 4 per cento, che - pur discutibile - potrebbe avere il significato di indicare una direzione di semplificazione del sistema politico italiano e regionale. Stiamo parlando di una legge di dubbia costituzionalità, fatta su misura per due soli partiti, che decapita la democrazia ponendo sbarramenti che non esistono in nessuna regione d'Italia, che va oltre le più segrete fantasie del Veltroni dei tempi d'oro (quello che ha consegnato l'Italia a Berlusconi) o del Calderoli del porcellum. Un inganno ai danni degli elettori, il tentativo di eliminare ogni voce libera non attraverso la forza delle politiche e delle idee, ma attraverso inganni e stratagemmi elettoralistici. La prosecuzione perfetta della stagione inaugurata da Walter Veltroni e da Silvio Berlusconi. Con risultati eccellenti, a quanto pare. Soprattutto per il secondo.

Porre la soglia di sbarramento al 5,3 per cento in provincia di Perugia e al 14 per cento in provincia di Terni, togliendo i resti dalla disponibilità di chi ha ottenuto più voti, rappresenta un'offensiva antidemocratica senza precedenti per questa regione. Sinceramente non riusciamo a farci una ragione della spudoratezza con cui possa essere stata concepita e proposta. L'idea che si potessero costruire le regole democratiche ad uso e consumo esclusivo dei più forti credevamo fosse patrimonio esclusivo della destra.

Noi vogliamo ribadire qui la nostra posizione: non ci opponiamo a correggere l'errore delle forze di maggioranza ed opposizione che cinque anni fa innalzarono a 36 il numero dei consiglieri regionali. Siamo in linea di principio contrari a listini e capilista bloccati perché questo impedisce ai cittadini di scegliere liberamente i propri rappresentanti. Ammettiamo una soglia di sbarramento che non sia superiore a quella che probabilmente fisserà il governo, quindi non superiore al 4 per cento. Non ci piacciono le strategie per assegnare più o meno seggi alla provincia di Terni sulla base degli interessi dei singoli gruppi: l'unico criterio deve essere quello relativo alla popolazione e non si possono individuare escamotage per dare contentini.

La proposta che abbiamo sempre sostenuto prevede quindi l'abolizione del listino, il premio di maggioranza alla coalizione vincente per consentire la governabilità, nessun capolista bloccato e quindi scelto dalle segreterie dei partiti, una soglia di sbarramento che sarebbe giusto non oltrepassasse il 3 per cento, ma che siamo pronti a fissare al 4 per cento, come pare chiedere la proposta avanzata dal testo in discussione in Parlamento. Senza penosi stratagemmi per avvantaggiare questo o quel partito.

A questo proposito vorrei tranquillizzare il collega Gianluca Rossi: da questi banchi non giunge alcuna richiesta di diritto di tribuna. Ciò che ci attendiamo dal Pd, però, è di non pretendere di risolvere i propri problemi di consenso attraverso gli stratagemmi di una legge elettorale, di non cercare di disegnare una legge solo per ottenere lo stesso numero di consiglieri pur avendo il 10 per cento in medo di consensi elettorali.

Presidente, quanto si sta verificando in queste ore nella nostra regione è a nostro avviso tanto inedito quanto grave. Il blitz che ha portato a cambiare le carte in tavola al solo fine di compensare le perdite elettorali di alcune forze politiche è inqualificabile. Dobbiamo avere la consapevolezza che questa legge non dovrà essere utile solo a chi siede attualmente su questi scranni, ma dovrà disegnare uno scenario compatibile con le più elementari regole democratiche, con il pluralismo, con i principi fissati dalla nostra Costituzione.

Presidente, la legge elettorale che si sta disegnando è la peggiore che si possa concepire. Meglio quella attuale, che almeno ha un listino che varia tra 3 e 6 e lascia a tutti la possibilità di competere, evitando che una forza con il 5,2 per cento dei consensi rimanga fuori dall'assemblea regionale e un'altra che non ha resti si accaparri un consigliere senza esserselo guadagnato sul campo. E' probabile che dovremo apprezzare anche quella che uscirà dal Parlamento nazionale che, se non altro, avrà il pregio di non essere condizionata dagli interessi regionali di questo o quel partito.

Credo che sia anche grazie a provvedimenti come questo che si aumenta il distacco tra la politica e società civile, rafforzando ancora di più l'idea di una separazione che nel tempo si è trasformata in un senso di casta. Per questi motivi, le annuncio presidente che noi non ci presteremo a questo inganno, a questa truffa che oggi ci viene servita assieme alla proposta di modifica dello Statuto. Ripeto: siamo per la riduzione a 30 dei consiglieri regionali, siamo per uno sbarramento al 4 per cento, non possiamo ammettere l'inganno di uno sbarramento al 5.3 per cento. Pertanto, a meno che non ci sia un chiaro pronunciamento che escluda il colpo di mano, le chiediamo di interpretare così la nostra uscita dall'aula al momento del voto.

Grazie




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