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PONTI EDITORIALE. DOTTORINI (IDV): NON CI FAREMO INTIMIDIRE, DOVERE MORALE CHIEDERE TRASPARENZA PER TUTELARE FAMIGLIE E LAVORATORI

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La famiglia Ponti, attraverso il suo avvocato Michele Andreano, annuncia di aver querelato Dottorini: "Tutta la questione, per la tutela del decoro e l'onorabilità della famiglia Ponti, sarà portata al vaglio della Magistratura, non potendo la famiglia Ponti tollerare oltre le veritiere e gravi accuse mosse a mezzo stampa del consigliere Dottorini" (dal sito Saturno Notizie)

Ecco la risposta di Dottorini:

PONTI EDITORIALE. DOTTORINI (IDV): NON CI FAREMO INTIMIDIRE, DOVERE MORALE CHIEDERE TRASPARENZA PER TUTELARE FAMIGLIE E LAVORATORI
"Vicenda dai contorni tutt'altro che chiari. Subito una nuova interrogazione per chiedere conto alla Regione dell'esposizione di Gepafin nei confronti del gruppo"

PONTI EDITORIALE. DOTTORINI (IDV): NON CI FAREMO INTIMIDIRE, DOVERE MORALE CHIEDERE TRASPARENZA PER TUTELARE FAMIGLIE E LAVORATORI

"Ritengo quanto sta avvenendo alla Ponti Editoriale Spa grave e preoccupante per l'intero tessuto socio-economico altotiberino. Decine di famiglie e verosimilmente di imprese stanno pagando le conseguenze di questa drammatica vicenda dai contorni tutt'altro che definiti e trasparenti. Pertanto continueremo a chiedere chiarezza su quanto sta avvenendo e sulle modalità con cui la Regione Umbria è intervenuta con ripetuti finanziamenti, diretti o indiretti, a favore di quel gruppo. Una cosa è certa: non saranno le minacce di querela a intimidirci. Continueremo a utilizzare tutti gli strumenti democratici a nostra disposizione per fare chiarezza attorno a questa vicenda e per rendere conto ai cittadini umbri dell'esito che hanno avuto i finanziamenti che la Regione Umbria, attraverso la sua finanziaria Gepafin, ha erogato sia attraverso interventi diretti che indiretti. Sappiamo dagli organi di stampa che sulla vicenda Ponti editoriale sono in corso procedimenti giudiziari che ovviamente non ci riguardano. Ci riguarda molto da vicino, invece, il modo in cui vengono investiti i denari pubblici e per questo garantisco che non verrò meno al diritto-dovere di indagine e controllo che il mio ruolo istituzionale mi consente e mi impone. Pertanto continuerò a chiedere chiarezza e trasparenza su questa come su altre vicende, soprattutto quando in gioco ci sono la sorte di interi nuclei familiari e la credibilità del nostro sistema economico. Lo farò attraverso tutti gli strumenti che il Consiglio regionale mette a disposizione, ritenendolo un dovere morale, civile e politico". Con queste parole il Consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) risponde alla presa di posizione della famiglia Ponti attraverso l'avvocato Michele Andreano.
"Già tre mesi fa - spiega Dottorini - abbiamo presentato un'interrogazione consiliare per chiedere conto dell'ammontare esatto degli interventi e contributi pubblici attivati dalla Regione a favore del gruppo Ponti. Abbiamo anche chiesto che la Regione relazionasse sui risultati prodotti da tali contributi sul sistema economico, sociale e produttivo territoriale e regionale. Tra le nostre richieste c'era anche quella di conoscere le credenziali offerte dal nuovo socio Gian Gaetano Caso, di quale fosse l'assetto della nuova compagine sociale e dei motivi della procedura fallimentare. Eravamo in fine legislatura e riuscimmo ad avere solo alcune informazioni, tra le quali l'ammontare, non sappiamo se totale o parziale, dei contributi ottenuti negli anni dal gruppo Ponti (che pure con un comunicato del 27 gennaio e per bocca di Mirella Bianconi Ponti affermava: "La Ponti Editoriale non ha avuto finanziamenti pubblici, né dalla regione dell'Umbria, né dalla provincia di Perugia, né dal comune di Città di Castello"). Le prime notizie giunte dagli uffici regionali e da Gepafin - spiega Dottorini - ci parlano di interventi puntuali, importanti e ripetuti della Regione sul gruppo Ponti. Il rischio complessivo assunto da Gepafin nei confronti delle aziende del gruppo era originariamente pari a 2 milioni e 214mila euro e tre mesi fa il rischio residuo ammontava a 1 milione e 540mila euro distribuiti in diverse operazioni di finanziamento. Questi interventi hanno contribuito ad attivare oltre 6 milioni e 650mila euro. In particolare al momento dell'acquisizione di Ipf-Web da parte di Ponti, Gepafin ha partecipato direttamente al capitale sociale con 500mila euro, uscendone nei primi mesi del 2009. Inoltre risulta un finanziamento di Gepafin alla società Cmc all'epoca riconducibile a Ponti per aumentare il capitale sociale sulla Ponti editoriale (altra società del gruppo Ponti). In totale le operazioni della finanziaria regionale sul gruppo Ponti sono state 10, di cui 8 finanziamenti o leasing e 2 operazioni di finanziamento diretto. Cinque dei 10 interventi hanno riguardato la Ponti editoriale che a livello regionale è stata una delle realtà più assistite dalla finanziaria regionale Gepafin. Tutti denari pubblici di cui quel gruppo, e in particolare Ponti editoriale, ha goduto e che oggi qualcuno dovrebbe spiegarci come sono stati utilizzati e con quali criteri, dal momento che i risultati sono quelli che ci troviamo sotto gli occhi".
"Un conto sono le vicende giudiziarie, di cui speriamo la Magistratura venga a capo al più presto, un altro è il ruolo che la politica e le istituzioni hanno giocato negli anni. Di questo secondo aspetto - conclude l'esponente dell'Italia dei Valori - continueremo a chiedere conto, perché è la comunità altotiberina e umbra a esigerlo come un diritto".

Perugia, 23 aprile 2010



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