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Ottobre 2014 Archives
dario di bello -
Puntata del 05/05/2014 di REPORT RAI3 sull' Affaire auto storiche.
Ciao a tutti,
molti mi conoscono nel senso che sanno bene cosa ho fatto per far saltare il monopolio dell'A$I in Umbria e poi in Puglia.
Mi sono battuto affinché lo schifo della OBBLIGATORIA iscrizione o dazione ambientale come dir si voglia, a favore di un solo club (A$I), andasse in soffitta.
In queste 2 Regioni a me molto vicine, l'A$I non è più monopolista e quindi il CITTADINO è libero di dare i propri soldi a chi vuole.
Da parte sua l'A$I, non potendo contrastare questi focolai di sudditi riottosi in alcune Regioni del regno (in Umbria ci hanno provato ma son dovuti fuggire a gambe levate !), ha spostato la partita sulle assicurazioni inventandosi un ennesimo "pezzo di carta igienica", divenuto poi INDISPENSABILE per la maggior parte delle compagnie, necessario per ottenere la tanto agognata polizza storica.
Ma chi lo può rilasciare questo certificato ?
Sempre l'A$I !
Ma andiamo al problema sollevato dalla Legge di stabilità che elimina il beneficio dei veicoli 20ntennali.
Molti saranno d'accordo che allo scandaloso sistema che ha portato a considerare "auto d'interesse storico" qualsiasi bidone purché avesse 20 anni di età e quindi danneggiare chi cercava di preservare veramente i veicoli davvero degni, bisognava fermarlo.
Qualche numero per capire le dimensioni del fenomeno: in Italia a forza di allargare le maglie di questa certificazione classica siamo arrivati ad avere circa 4 milioni di veicoli 20ntennali "storici", esenti dalla tassa di possesso, teoricamente obbligati a pagare solo 25 euro nel caso circolassero davvero e la fregatura dov'è ?
La fregatura cari miei, si ripercuote sulle nostre tasche, perché come diceva il buon Principe De Curtis, "E' la somma che fa il totale", e questo "giochino" elimina buona parte del gettito dei veicoli 20ntennali a favore delle Regioni titolari della tassa auto con ovvie ricadute sulle entrate.
Ma perché i veicoli 30ntennali sono detti di interesse storico e collezionistico mentre i 20ntennali sono detti di "particolare" interesse storico e collezionistico ?
L'aggettivo "particolare" indica esattamente il contrario di TUTTI, ma TUTTI i veicoli 20ntennali diventano storici se si paga una associazione, cioé l'A$I, ma che è il paese della banane questo !?!?!?
Sul punto ci saranno tante scuole di pensiero, tutte rispettabili per carità, ma così non se ne viene fuori, e come si estirpa il cancro ?
Basterebbe obbligare l'A$I a compiere il suo dovere d'istituto pubblicando la lista dei veicoli di particolare interesse storico che possono accedere AUTOMATICAMENTE ai benefici fiscali, onde mettere fine immediatamente agli abusi del sistema da parte della stessa A$I e dei proprietari di veicoli senza interesse storico, di club interessati solo alle quote di iscrizione e di enti certificatori compiacenti.
E non è possibile che per gli abusi di qualcuno, cioè dell'A$I, paghino sempre gli italiani onesti ed il settore economico legato al mondo delle auto storiche.
Come molti sanno, l'A$I è l'associazione privata che riscuote MONOPOLISITICAMENTE l'obolo in quasi tutte le Regioni d'Italia e si arricchisce sempre di più grazie paradossalmente, al sostegno degli enti pubblici, anche se varie sentenze hanno stabilito che l'iscrizione non è dovuta.
Infatti, la Cassazione e l'Agenzia delle Entrate hanno stabilito che l'obolo non è dovuto.
Ma l'A$I continua a pretenderlo e le Regioni chissà perché, stanno dalla parte dell'A$I, che è privata, e dicono agli utenti di pagare la dazione ambientale se vogliono godere di un loro diritto.
Questo è il problema !!!
Questa è la domanda che si pongono ogni anno le migliaia di automobilisti possessori di un veicolo che ha 20 anni e che sono obbligati a PAGARE per ottenere quel pezzo di carta igienica per accedere ai benefici fiscali ed assicurativi.
Come detto, in quasi tutte le Regioni d'Italia, questo certificato lo rilascia l'A$I, la quale per "donarlo" pretende l'iscrizione di proprietario e veicolo anche ad uno dei suoi club territoriali, ma varie sentenze della Cassazione da me sponsorizzate, hanno stabilito che l'iscrizione non è dovuta.
Ma l'ente grissineo di Torino e quasi tutte le Regioni non smettono di richiederla, mentre l'A$I da semplice club di appassionati è diventata monopolista nel settore e si arricchisce sempre di più: i 12 milioni messi a bilancio nel 2011 sono diventati 16 nel 2012 e circa 20 nel 2013 !
L"iscrizione si può effettuare solo in uno dei club affiliati e costa tra i 100 e i 300 euro.
Di questi 41,32 euro finiscono nelle casse dell'A$I a Torino.
I guadagni (!?!?) sono elevati.
In Italia le auto con oltre 20 anni di vita, spiega l'A€I, sono 4 milioni e 100 mila, un veicolo circolante su 10.
Non tutte, ovviamente, sono auto storiche e hanno diritto al bollo agevolato.
Ma un'idea della crescita del fenomeno la danno i numeri forniti dall'A$I che "è una Federazione composta da 263 club federati e 38 club aderenti, che riunisce circa 202.000 appassionati".
Nel 1999 erano forse 5'000 !!!
Quanti sono i veicoli certificati ?
Chissà, se i soci sono 250'000 è possibile ipotizzare che in media ogni socio ne abbia almeno 4 ?
Concludendo, se di questa norma è stato fatto abuso, la responsabilità E' SOLO DELL'A$I !
Quindi, invece di procedere CANCELLANDO i due commi riportati, come prevede la Legge di Stabilità, SI DEVE INTERVENIRE SUI RESPONSABILI, COMMISSARIANDO, ove fosse possibile, LA STESSA A$I APPLICANDO RIGOROSAMENTE LE PREVISIONI DELLA LEGGE 342/2000 e cioé, far venir fuori una volta per tutti quegli elenchi.
A salvaguardia del nostro patrimonio collezionistico e del nostro impegno, alziamo la voce e chiediamo a questi signori di applicare le regole invece di punire indiscriminatamente i veri collezionisti !
dario di bello -
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