ONAOSI. DOTTORINI (VERDI E CIVICI): ECCO PERCHE' ABBIAMO DETTO NO AL CONTRIBUTO OBBLIGATORIO
"Non è in discussione l'importanza dell'Opera, ma è sbagliato assecondare la scelta del governo Berlusconi che nel 2003 ha introdotto il contributo forzoso"
"Un atto di solidarietà nei confronti di una fondazione privata non può essere imposto con una legge, ma deve riguardare la sensibilità dei singoli. Pertanto il contributo obbligatorio a favore di Onaosi non trova giustificazioni ed è sbagliato assecondare la scelta del governo Berlusconi che nel 2003 ha introdotto questo ingiusto contributo". Il consigliere regionale Oliviero Dottorini spiega con queste parole il no dei Verdi e civici alla mozione approvata ieri dall'assise di Palazzo Cesaroni che chiede alla Regione di intervenire perché il governo nazionale riveda la decisione di cancellare la contribuzione obbligatoria verso l'Onaosi da parte di medici, veterinari , farmacisti e odontoiatri iscritti ai rispettivi ordini e che lavorano nel settore privato.
"Intendiamoci - spiega il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni - in discussione non è la serietà e il lavoro di questa istituzione. Riteniamo tuttavia che Onaosi possa svolgere il proprio ruolo di assistenza senza dover contare sul supporto di soggetti non previsti originariamente dallo statuto. Il ritorno alla contribuzione volontaria previsto dalla Finanziaria non dovrebbe creare difficoltà a chi ha capacità e strumenti per un'offerta formativa e assistenziale seria e qualificata. D'altra parte questo è avvenuto fino al 2003 quando il governo Berlusconi, dietro una forte richiesta dal sapore un po' corporativo, introdusse in modo subdolo questo obbligo fastidioso e ingiusto. Bene hanno fatto quindi i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil, assieme alle categorie, a sottolineare il proprio sostegno all'emendamento introdotto nella Finanziaria dai parlamentari del Sole che ride. Il permanere di contributo obbligatorio a danno dei medici, degli odontoiatri, dei farmacisti e dei veterinari rappresenterebbe un ulteriore balzello che non trova giustificazioni plausibili".
Perugia, 22 novembre 2006
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