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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Settembre 2013 Archives

"La partecipazione ai percorsi formativi ad oggi non da diritto a riconoscimenti di alcun tipo. I 110 lavoratori in scadenza di contratto meritano risposte"

LAVORATORI TEMPORANEI UFFICI GIUDIZIARI. DOTTORINI: REGIONE SI ATTIVI AFFINCHE' IL TIROCINIO SIA FUNZIONALE ALLA SUCCESSIVA OCCUPAZIONE

"La Giunta deve attivarsi in ogni maniera per trovare una soluzione al problema che riguarda i 110 lavoratori temporanei che prestano servizio presso gli uffici giudiziari in qualità di tirocinanti con incarichi di lavoro temporanei, che ad oggi non hanno alcuna possibilità di essere prorogati". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente dell'associazione Umbria Migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale, annuncia di aver presentato un'interrogazione per chiedere alla Giunta regionale di trovare tutte le soluzioni per regolamentare l'utilizzo del tirocinio affinché questo diventi utile e potenzialmente funzionale alla successiva occupazione e non un mero strumento sostitutivo del lavoro organico.
"La Provincia di Perugia, la Provincia di Terni e la Regione Umbria - spiega Dottorini - nel periodo 2010-2013 hanno emanato dei bandi atti a consentire a lavoratori disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, in mobilità e socialmente utili, di partecipare a progetti formativi regionali o provinciali presso gli uffici giudiziari attraverso un percorso formativo a tempo determinato. Ad oggi però la partecipazione a tali percorsi formativi non dà diritto a riconoscimenti di alcun tipo, né mediante acquisizione di punteggi né mediante riserva di posti in eventuali bandi di concorsi pubblici. Quindi, alla fine del tirocinio i partecipanti a tale percorso si ritrovano disoccupati e senza possibilità di trovare stabile occupazione. Questo in un contesto che vede l'Umbria, come il resto d'Italia, con uffici giudiziari in forte deficit di organico. Lo stesso Presidente della Corte d'Appello di Perugia nella relazione dell'anno giudiziario 2013 ha raffigurato la situazione umbra evidenziando le forti carenze di personale amministrativo e riconoscendone la fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi".
"Dalla stampa - spiega Dottorini - abbiamo appreso che nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo di collaborazione fra Regione e Magistratura che prevede l'emissione di  un bando rivolto ai lavoratori/alle lavoratrici in mobilità indennizzata o in Cassa Integrazione guadagni straordinaria a zero ore, espulsi o temporaneamente sospesi dal lavoro, finalizzato allo svolgimento di  un'attività integrativa di rilevanza sociale beneficiando di borse lavoro  relative a mansioni riferibili alla figura professionale di operatore giudiziario. Ci preme sottolineare che abbiamo accolto con grande favore la firma di questo accordo, ma allo stesso tempo vorremmo avere rassicurazioni sul fatto che questo non inciderà in negativo sulla già difficile situazione dei tirocinanti presso gli uffici giudiziari che ad oggi si trovano senza alcuna prospettiva". 

Perugia, 26 settembre 2013

Scarica l'interrogazione

Inizia il proprio iter la proposta di Sel, condivisa da Aiab e Umbria migliore: "Le terre abbandonate ai giovani agricoltori e alle persone in difficoltà (per esempio disoccupati)". Dottorini accoglie gli emendamenti di Legambiente e altre associazioni


AGRICOLTURA:

(Acs) Perugia, 25 settembre 2013 - "Rendere produttivi beni immobili agricoli o a vocazione agricola, attualmente inutilizzati, assegnandoli a giovani agricoltori con canoni di locazione agevolati". È l'obiettivo principale della proposta di legge firmata dal consigliere regionale Oliviero Dottorini (capogruppo Idv) concernente 'Disposizioni per favorire l'accesso dei giovani all'agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli', illustrata oggi dallo stesso estensore alla Seconda Commissione consiliare, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni.

"Questa iniziativa - ha rimarcato Dottorini - incrocia l'esigenza di salvaguardia e recupero dei numerosi terreni e immobili agricoli, sia pubblici che privati, che attualmente non sono utilizzati o abbandonati, con l'esigenza di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano difficoltà spesso insormontabili nell'avviare la propria attività".

Dopo aver evidenziato che in Italia solo il 3,9 per cento dei conduttori agricoli ha meno di 40 anni e che, nella nostra regione, l'incidenza dei giovani conduttori, fino a 35 anni, di imprese agricole si attesta al 4,42 per cento sul totale (dati 2010), Dottorini ha spiegato che l'Umbria ha un'alta quantità di terre pubbliche abbandonate. Secondo i dati del Demanio - ha spiegato - solo quelle di competenza dello Stato si aggirano sui 110 ettari, a cui vanno aggiunti i terreni di proprietà degli Enti pubblici (Regione, Province e Comuni).

Entrando nel merito dell'atto, corredato da tre emendamenti dello stesso proponente, che recepiscono alcune proposte emerse in incontri interlocutori e il parere (favorevole) del Cal, Dottorini ha spiegato che la priorità nell'assegnazione viene riconosciuta ad attività che rivestono una particolare valenza dal punto di vista ambientale e sociale. Nel particolare si tratta di agricoltori o soggetti che si impegnano comunque ad ottenere tale qualifica entro un anno, al di sotto dei 40 anni che intendano praticare prioritariamente sistemi di produzione agricola biologica, vendere prodotti agricoli di qualità direttamente ai consumatori finali o ai gruppi di acquisto solidale, praticare l'agricoltura sociale o costituire fattorie didattiche. Tra i passaggi più significativi della proposta legislativa, quello di favorire il reimpiego dei soggetti espulsi dai processi produttivi ed a qualsiasi titolo svantaggiati. Una quota pari al 25 per cento del totale dei beni ceduti in locazione è riservata a cooperative sociali o imprese agricole, costituite o costituende, che impiegano almeno il 50 per cento di lavoratori svantaggiati (sono compresi coloro che hanno perso il lavoro a causa della attuale crisi economica ed occupazionale).

Entro 180 giorni dalla sua approvazione, la legge prevede che la Giunta predisponga un inventario di tutti i beni immobili agricoli o a vocazione agricola inutilizzati presenti sul territorio regionale, che sarà allegato al Programma di politica patrimoniale della Regione. Quest'ultima, con propri atti, cede in locazione ai giovani agricoltori una quota non inferiore al 50 per cento dei propri beni inseriti nell'inventario. La locazione avverrà con canoni d'affitto simbolici per i terreni marginali e poco redditizi, canone simbolico che comunque varrà per tutti i terreni per i primi 5 anni, dopo di che verrà fissato in base alla stipula di contratti agrari, quindi a canoni inferiori a quelli di mercato. Entro 6 mesi anche i Comuni provvedono a censire i propri beni immobili agricoli, pubblicandoli nell'Albo pretorio. Sono previsti aiuti economici per i giovani agricoltori che si insediano su terre pubbliche senza aumenti della spesa pubblica regionale, ma con quota del Fondo speciale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Inoltre, tramite la finanziaria Gepafin, si intende agevolare l'accesso al credito dei giovani agricoltori, indispensabile anche per aderire ai programmi regionali vigenti nel Piano di sviluppo rurale. La legge interessa anche i terreni privati abbandonati o incolti, prevedendo che entro 3 mesi dall'entrata in vigore, la Giunta provveda al rinnovo o alla costituzione delle Commissioni provinciali incaricate di individuare tali terreni. Nei dodici mesi successivi la Giunta dovrà individuare le aree agricole private suscettibili di nuova utilizzazione e i criteri per l'assegnazione e l'utilizzazione. Tale procedura è consentita dalla legge 440 del 1978, pur essendo stata poco attuata.

La proposta ha trovato, in Commissione, una sostanziale condivisione. Il consigliere Luca Barberini (Pd), dopo aver rimarcato l'importanza di "eliminare il più possibile i paletti ancora esistenti per lo svolgimento dell'attività agricola", ha fatto sapere che il suo gruppo politico sta predisponendo una analoga iniziativa legislativa auspicando che la stessa venga esaminata dalla Commissione in maniera congiunta.

Nel ribadire che "il testo della sua proposta è aperto al contributo di tutti", Dottorini ha tenuto a sottolineare che, per accedere ai bandi europei e quindi alle risorse comunitarie è comunque necessaria la qualifica di imprenditore agricolo.


SCHEDA RIASSUNTIVA DELLA PROPOSTA DI LEGGE "DISPOSIZIONI PER FAVORIRE L'ACCESSO DEI GIOVANI ALL'AGRICOLTURA E CONTENERE IL CONSUMO DI SUOLI AGRICOLI"

FINALITÀ. L'obiettivo della proposta di legge è duplice: consentire di rendere produttivi beni immobili agricoli o a vocazione agricola, attualmente inutilizzati, assegnandoli a giovani agricoltori a condizioni agevolate, conseguendo anche il risultato di tutelare, salvaguardare e valorizzare terreni pubblici o privati improduttivi e a rischio di degrado ambientale. Priorità nell'assegnazione viene riconosciuta ad attività che rivestono una particolare valenza dal punto di vista ambientale e sociale. Nel particolare si tratta di agricoltori, o soggetti che si impegnano comunque ad ottenere tale qualifica entro un anno, al di sotto dei 40 anni che intendano praticare prioritariamente sistemi di produzione agricola biologica, vendere prodotti agricoli di qualità direttamente ai consumatori finali o ai gruppi di acquisto solidale, praticare l'agricoltura sociale o costituire fattorie didattiche. La legge interessa anche i terreni privati abbandonati o incolti, prevedendo che entro 3 mesi dall'entrata in vigore, la Giunta provveda al rinnovo o alla costituzione delle Commissioni provinciali incaricate di individuare tali terreni. Nei dodici mesi successivi la Giunta dovrà individuare le aree agricole private suscettibili di nuova utilizzazione e i criteri per l'assegnazione e l'utilizzazione. Tale procedura è consentita dalla legge 440 del 1978, pur essendo stata poco attuata

MODALITÀ E TEMPI. Entro 180 giorni dalla sua approvazione, la legge prevede che la Giunta predisponga un inventario di tutti i beni immobili agricoli o a vocazione agricola inutilizzati presenti sul territorio regionale, che sarà allegato al Programma di politica patrimoniale della Regione. Quest'ultima, con propri atti, cede in locazione ai giovani agricoltori una quota non inferiore al 50 per cento dei propri beni inseriti nell'inventario. La locazione avverrà con canoni d'affitto simbolici per i terreni marginali e poco redditizi, canone simbolico che comunque varrà per tutti i terreni per i primi 5 anni, dopo di che verrà fissato in base alla stipula di contratti agrari, quindi a canoni inferiori a quelli di mercato. Entro 6 mesi anche i Comuni provvedono a censire i propri beni immobili agricoli, pubblicandoli nell'Albo pretorio. Sono previsti aiuti economici per i giovani agricoltori che si insediano su terre pubbliche senza aumenti della spesa pubblica regionale ma con quota del Fondo speciale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Inoltre, tramite la finanziaria Gepafin, si intende agevolare l'accesso al credito dei giovani agricoltori, indispensabile anche per aderire ai programmi regionali vigenti nel Piano di sviluppo rurale. AS/PG

"Inascoltati quando ci siamo opposti ad una norma priva di buon senso. A distanza di tempo si riconosce che avevamo ragione"



"E' sempre antipatico dover dire 'l'avevamo detto', ma non possiamo fare altrimenti. La norma che permetteva di realizzare veri e propri appartamenti per cani di 100 metri quadri nei terreni agricoli è una assurdità, oggi il Consiglio regionale ne ha preso atto, abrogando una norma che cozzava contro il buon senso prima ancora che contro l'ordinamento. Spiace solo dover ricordare che, al momento opportuno, noi avevamo sollevato pesanti critiche e dubbi su quella norma, presentando un emendamento e votando coerentemente contro". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv), presidente di Umbria migliore e presentatore dell'emendamento i cui contenuti sono oggi stati accolti dalla Giunta, commenta l'emendamento con il quale si cancella la norma, inserita nel testo della legge sulla perequazione, che consentiva ai proprietari di terreni agricoli di realizzare ricoveri per cani a scopo amatoriale, ludico e sportivo di superficie fino a 100 metri quadri.
"Non ci voleva molto a capire - continua Dottorini - che prevedere la possibilità di realizzare nei terreni agricoli dei ricoveri più grandi di molti appartamenti, destinati ai cani dei cacciatori, oltre a non avere nessun collegamento con la perequazione oggetto di quel disegno di legge, era una norma priva del necessario buon senso. Per non parlare del permesso a costruire a termine. C'è da domandarsi cosa abbiano da dire oggi gli apparati tecnici e gli uffici della Giunta, sempre pronti a rassicurare sulla correttezza e legittimità dei provvedimenti. Noi ci siamo sempre opposti a tale previsione e siamo stati accusati di aver assunto una posizione strumentale. Fortunatamente ora si scopre che è opportuno correre ai ripari. Ce ne rallegriamo. Meglio tardi che mai. Ci auguriamo solo che la prossima volta le nostre posizioni siano prese maggiormente in considerazione, magari in tempi utili".

Perugia, 23 settembre 2013
Il primo firmatario: "Milioni di euro per un sito, 448mila euro solo per il 2013. Giunta lo blocchi e faccia conoscere a chi sono stati dati i soldi"

BILANCIO. DOTTORINI:

"Appare francamente eccessivo, in tempi di compressione della spesa pubblica, stanziare quasi 450 mila euro per il portale turistico regionale solo per la gestione 2013. A questo punto occorre che la Giunta riferisca su quanto è stato speso nel corso degli anni per questo progetto, su chi ha beneficiato di tali finanziamenti e quali sono i risultati raggiunti, visto che al momento il portale non rispecchia, per la sua funzionalità, gli investimenti effettuati anche perché si tratta di un sito a carattere divulgativo e non interattivo". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv), presidente di Umbria migliore, spiega le motivazioni della proposta di ordine del giorno, che lo vede come primo firmatario e che ha ottenuto il voto unanime del Consiglio regionale, con la quale si impegna la Giunta a riferire sulle somme stanziate per il portale regionale oltre a sospendere ogni ulteriore investimento e a non stipulare ulteriori convenzioni o contratti fino all'individuazione di un progetto meno oneroso e più efficace rispetto all'attuale.
"Questo sito è costato centinaia di migliaia di euro ogni anno a carico della collettività. Il principio generale di buona gestione - insiste Dottorini - avrebbe suggerito di evitare di investire risorse tanto cospicue su iniziative scarsamente produttive, soprattutto in relazione alla pesante crisi economica che attraversa il tessuto economico e sociale della Regione. Sappiamo che lo stanziamento è frutto di contratti già stipulati e che cancellarlo dal bilancio avrebbe comportato, come ci ha ricordato l'assessore, il pagamento di costose penali. E' però non più rinviabile un stop a questo tipo di stanziamenti per cominciare a ragionare su progetti più efficaci e meno onerosi. Per questo, oltre a chiedere alla Giunta regionale che fornisca tutte le informazione su quanto speso negli ultimi 10 anni per questo tipo di iniziative, abbiamo chiesto che per il prossimo anno non si proceda a stipulare ulteriori accordi che prevedano poste di bilancio così poco congrue rispetto ai risultati ottenuti. La volontà di chiudere il sito manifestata dell'assessore Bracco ci rassicura, così pure l'intenzione di una gestione più oculata e più produttiva. Resta l'assurdità di milioni di euro spesi a cuor leggero senza che nessuno si ponesse domande sull'opportunità e sulla congruità di quanto investito".

Perugia, 23 settembre 2013
"Vicini a avvocati, commercianti e cittadini. Troppi disagi e disservizi dall'applicazione di una riforma calata dall'alto. In questo modo il centro storico muore" 

TRIBUNALI. DOTTORINI A MANIFESTAZIONE CITTA' DI CASTELLO: "FARSI FORTI DELLA MOZIONE APPROVATA PER ATTIVARE PRESIDIO TEMPORANEO"

"Credo sia doveroso sostenere le ragioni di protesta di avvocati, commercianti e cittadini che questa mattina hanno manifestato in maniera civile e propositiva perché sia individuata una gradualità e una adeguata modalità per il mantenimento di un presidio giudiziario nelle sedi distaccate. Approvando a larghissima maggioranza la mozione in Consiglio regionale per chiedere che sia resa possibile l'applicazione dell'articolo 8 del decreto legislativo 155, abbiamo voluto rendere ancora più forte l'azione che la Presidente Marini sta conducendo sul Governo nazionale. Dobbiamo evitare ad ogni costo che a pagare le conseguenze di provvedimenti calati dall'alto siano ancora una volta i cittadini e le attività commerciali di un centro storico sempre più privato di funzioni ed elementi attrattivi". Con queste parole Oliviero Dottorini (Idv), presidente di Umbria migliore, commenta la manifestazione che si è tenuta questa mattina a Città di Castello a cui ha partecipato in qualità di consigliere regionale e primo firmatario della mozione approvata dal Consiglio regionale.
"Questa riforma, non condivisa nelle modalità applicative coi livelli territoriali, sta generando disagi e disservizi intollerabili soprattutto nelle realtà più periferiche e più cariche di procedimenti in corso. Il blocco totale che si sta verificando, con udienze rinviate al 2014, deve indurre quanto meno a un ripensamento nei tempi e nelle modalità. In questo senso è doveroso dare il massimo sostegno alla Giunta regionale perché intervenga sul Governo nazionale al fine di consentire presidi giudiziari e sportelli che evitino almeno lo smantellamento assoluto. Se è vero che vi sarebbe la difficoltà a trovare addirittura una collocazione fisica per fascicoli di Città di Castello, è opportuno che chi ha concepito e chi ha votato questa riorganizzazione tenti di rimediare ad evidenti errori di valutazione. Si tratta di una riforma che sta ottenendo l'effetto contrario rispetto ai propositi enunciati: invece di semplificare, complica, piuttosto che accorciare i tempi della giustizia, li prolunga in maniera indefinita, ingolfando l'intero sistema. E' proprio il caso, al di là di responsabilità politiche che a noi appaiono evidenti e gravi, di mettere insieme tutte le risorse che il territorio e la regione hanno a disposizione per evitare che l'intero territorio regionale subisca un trattamento che non merita. In particolare desta preoccupazione quanto potrebbe accadere a Città di Castello, da troppo tempo dimenticata e lasciata in uno stato di abbandono e degrado non più tollerabili".

Città di Castello, 20 settembre 2013
"La Regione garantisce risorse da mille a 5mila euro per ogni gruppo d'acquisto solidale. Sostegno al rapporto diretto tra produttori e consumatori"

GAS. DOTTORINI: LE DOMANDE PER ACCEDERE AI CONTRIBUTI PREVISTI DALLA LEGGE VANNO PRESENTATE ENTRO IL 30 SETTEMBRE

"Il 30 settembre scadono i termini per presentare la domanda di accesso ai contributi stanziati per sostenere i Gruppi d'acquisto solidale. E' importante che i comuni interessati ed i gruppi d'acquisto operanti nel territorio regionale si attivino per presentare le domande in tempo utile per accedere ai contributi previsti dalla legge che vanno da un minimo di mille ad un massimo di 5mila euro per gruppo". Con queste parole il capogruppo Idv Oliviero Dottorini, primo firmatario della legge 1/2011 sui Gas e presidente di Umbria migliore, sollecita i soggetti interessati a sfruttare questi ultimi giorni per presentare le richieste di accesso ai finanziamenti previsti.
"La regione Umbria  - spiega Dottorini - è stata la prima in Italia a legiferare su questa materia e, nonostante i pesantissimi tagli sulle finanze pubbliche, è riuscita a reperire le risorse per finanziare questa legge, dimostrando un'attenzione particolare verso nuove forme di economia sostenibile. D'altronde la pratica dei gruppi d'acquisto, dove domanda e offerta si incontrano senza alcuna intermediazione, è sempre più diffusa in quanto consente a tantissime famiglie di portare in tavola prodotti locali, di altissima qualità  e a prezzi competitivi e ai produttori di vendere in maniera dignitosa le proprie produzioni. Le risorse che la Regione è stata in grado di rendere disponibili aiuteranno a sviluppare la rete tra le famiglie che si trovano ogni giorno a fare i conti con budget ridotti e gli agricoltori locali costretti a svendere le loro produzioni, a volte anche eccellenti, ma estranee ai canali della grande distribuzione. Siamo convinti che da questo nuovo modello di consumo e di distribuzione possano nascere fermenti interessanti per la nostra agricoltura, con effetti positivi per la salute e per l'economia regionale". ".
"Oltre il sostegno diretto, la legge prevede tra l'altro che i Comuni  possano  mettere a disposizione dei Gruppi d'acquisto solidali adeguati spazi per lo scambio dei prodotti. Un ulteriore sostegno piccolo ma significativo a quei gruppi e associazioni che decidono di acquistare prodotti a km zero, biologici, di qualità, a tutto vantaggio di consumi consapevoli e produzioni salubri e rispettose dell'ambiente".

Perugia, 19 settembre 2013
"Nostra proposta ha l'obiettivo di valorizzare patrimonio pubblico, sostenere l'agricoltura e dare opportunità imprenditoriali ai giovani"

AGRICOLTURA. DOTTORINI:

"Sono troppi i beni immobili di proprietà della Regione o di altri enti pubblici abbandonati o non utilizzati, alcuni dei quali già ristrutturati in seguito a ingenti investimenti. Occorre subito mettere in campo iniziative per concederli in uso a giovani agricoltori che vogliano contribuire a valorizzarli e renderli produttivi, privilegiando chi fa agricoltura sociale e chi punta su biologico e filiera corta. Per questo abbiamo presentato una proposta di legge con il duplice obiettivo di recuperare terreni o beni immobili a vocazione agricola, attualmente inutilizzati o in abbandono, e di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano difficoltà spesso insormontabili nell'avviare la propria attività". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale, auspica che possa incontrare il consenso più ampio possibile la propria proposta di legge concernente "Disposizione per favorire l'accesso dei giovani all'agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli".
"L'Umbria - spiega Dottorini - ha un'alta quantità di terre pubbliche e beni immobili a vocazione agricola inutilizzati. Secondo i dati del Demanio, solo quelle di competenza dello Stato si aggirano sui 110 ettari, ai quali bisogna aggiungere i terreni di proprietà degli enti pubblici, come Regione, Provincia e Comuni. Contemporaneamente i dati indicano che il calo della superficie agricola utilizzata in Umbria è più accentuato rispetto alla media nazionale e che si registra una diminuzione delle aziende agricole, che dal 1982 al 2010 è stata di circa 22.500 unità, delle quali più di due terzi, 15.542, sono state chiuse dal 2000 al 2010. Non si può quindi attendere oltre se vogliamo valorizzare il patrimonio pubblico e allo stesso tempo rilanciare un settore, quello agricolo, di vitale importanza per la nostra economia, ma anche per la tutela del nostro paesaggio".
"E' veramente triste, oltre che incomprensibile, assistere al degrado e all'abbandono del patrimonio pubblico quando tante persone potrebbero trasformarlo in una risorsa produttiva e utile per la collettività. Ci auguriamo pertanto - conclude il presidente di Umbria migliore - che la nostra proposta, aperta al contributo che giungerà dalla comunità regionale e dai gruppi consiliari, possa trovare quanto prima uno spazio di discussione nelle competenti sedi del Consiglio regionale e giungere ad una rapida approvazione in aula".

Perugia, 18 settembre 2013
"Nostra mozione ottiene larghissima maggioranza. Necessario richiedere presidi giudiziari temporanei nelle sedi distaccate in attesa del processo telematico"

TRIBUNALI. DOTTORINI:

"Dal Consiglio regionale giunge un segnale chiaro al Governo nazionale perché corregga le evidenti storture e incongruenze della riforma giudiziaria. La Giunta regionale se ne farà carico tenendo conto innanzitutto della necessità di applicare con gradualità e razionalità provvedimenti che rischiamo altrimenti di provocare soltanto caos e disservizi. Credo sia un atto concreto e propositivo per tentare di correggere l'effetto boomerang di una riforma che, nata per rendere più snello il sistema, rischia al contrario di mettere in seria difficoltà cittadini e operatori della giustizia costringendoli a disagi e ritardi inaccettabili". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini commenta il voto a larghissima maggioranza (20 voti a favore, 4 contrari, 1 astenuto) della mozione che lo vede come primo firmatario, riguardante la riorganizzazione territoriale degli uffici giudiziari.
"E' importante che si sia trovato un consenso così ampio sulla nostra mozione - aggiunge Dottorini -. Per fare questo ognuno ha dovuto accantonare parte delle proprie valutazioni sul merito di un atto molto discutibile per puntare invece su risultati concreti, possibili e di buon senso. Io non sono contro la riforma della giustizia e del sistema giudiziario italiano a prescindere. Sono anzi convinto che l'Europa abbia buone ragioni nell'incalzare il Governo italiano affinché siano accorciati i tempi troppo lunghi del processo. Questo non può avvenire però sulle spalle dei cittadini e degli operatori della giustizia che si trovano a dover affrontare proprio i problemi che la riforma aveva promesso di risolvere. Credo che debba essere usato innanzitutto il buonsenso e nell'applicazione della riforma debbano essere tenute in considerazione le specificità di ogni territorio, consentendo a chi ne ha facoltà, di richiedere l'applicazione dell'articolo 8 e quindi di utilizzare in via transitoria le sedi distaccate come presidi giudiziari temporanei".
"Ritengo sia stato molto significativo - spiega il Presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale - impegnare la Giunta a intervenire sul Ministero della Giustizia perché consenta la costituzione di presidi giudiziari nelle realtà dove vengono soppressi i tribunali, così come è da ritenere giusto e opportuno fare appello ai Presidenti dei tribunali affinché si avvalgano dell'articolo 8 del decreto legislativo 155 che prevede che quando sussistono specifiche ragioni organizzative o funzionali il Ministro della Giustizia può disporre che vengano utilizzati a servizio del tribunale, per un periodo non superiore a cinque  anni, gli immobili di proprietà dello Stato o dei Comuni. In questo modo verrebbe concesso il tempo necessario perché le nuove procedure telematiche siano completate e possano agevolare tutte le operazione che oggi richiedo spostamenti e attese inaccettabili, evitando di restare immobili e lasciare che i cittadini subiscano in silenzio le conseguenze nefaste di questa presunta riorganizzazione".

Perugia, 17 settembre 2013

"Necessario evitare tutti i tipi di conflitto d'interesse su scelte di bilancio, lavori e appalti, su personale e incarichi, sui rapporti con il mercato dell'arte internazionale" 

BURRI. DOTTORINI:

"La Fondazione Burri deve dotarsi di regole chiare e trasparenti, che rendano possibili il controllo e la consultazione degli atti adottati dalla stessa fondazione a tutti i cittadini. Il lascito che il maestro Burri fece alla città, attraverso la creazione della fondazione a suo nome e il trasferimento dell'immenso e incalcolabile patrimonio artistico, fu un atto di generosità enorme che non può essere amministrato da una cerchia ristretta di soliti noti. Per questo motivo riteniamo che la Fondazione debba come primo atto di questo nuovo quadriennio dotarsi di un regolamento e di una governance, in particolare per le decisioni che dovrà prendere il comitato di gestione, che evitino tutti i tipi di conflitti d'interesse sulle scelte di bilancio, sui lavori da svolgere e gli appalti, sulla gestione del personale e gli incarichi temporanei, sui rapporti con il mercato dell'arte internazionale". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale, interviene sulla Fondazione Burri che proprio in questi giorni avrebbe dovuto rinnovare il proprio consiglio direttivo.
"È chiaro a tutti - continua il presidente della commissione Bilancio - che i soggetti che prendono le decisioni non possono essere loro stessi oggetto della decisione. Per questo occorre che la Fondazione si doti di un regolamento interno serio e trasparente e renda pubbliche le decisioni assunte, in particolare quelle del comitato di gestione di solito gestito da soli tre membri scelti dall'assemblea e che, se non reso trasparente, potrebbe avere margini di discrezionalità elevati con decisioni che potrebbero mettere anche in seria difficoltà la Fondazione stessa. Il mondo dell'arte ha delle regole ferree: la qualità di ciò che si propone governa e tutela il lavoro svolto dall'artista. Questo Burri lo sapeva e per evitare che singole persone potessero usare la fondazione per scopi personali aveva vietato la possibilità di effettuare mostre di altri artisti o di utilizzare gli spazi museali per promuovere altro".
"La Fondazione Burri - conclude Dottorini - gestisce un patrimonio di inestimabile valore che potrebbe rappresentare uno degli elementi di traino per lo sviluppo economico dell'intero Altotevere, diventando uno dei punti di riferimento per la filiera turismo-ambiente-cultura dell'intera regione. Tutto questo però deve essere supportato da un quadro di trasparenza e regole certe, oltre che da amministratori seri, competenti, lungimiranti e privi di conflitti d'interessi. Il rischio altrimenti è che si ottenga l'effetto opposto, facendo emergere sacche di discrezionalità che metterebbero a rischio la credibilità dell'intero lavoro svolto nel corso degli anni".

Perugia, 16 settembre 2013
 

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