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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Marzo 2014 Archives

dario di bello -  

logo_ombudsman.pngCiao a tutti,
ricevo da molti automobilisti marchigiani chiarimenti in merito ad una Nota del Difensore Civico delle Marche, circa la annosa questione dei bolli dei veicoli storici di proprietà di chi all'a$i non vuole dare nemeno un centesimo !

Questi collezionisti delle Marche, mi hanno inviato un documento privo di firma, data e qualunque altro riferimento temporale affinché potesse essere da me collocato temporalmente nel giusto posto e quindi fornire chiarimenti.

Posso solo dirvi che l'informazione è parziale e fuorviante per chi la legge, poiché la data di questo documento è sì 01/07/2013 con firma E.G., e la risposta della regione Marche è del 29/11/2013, ma ovviamente di questo secondo documento non c'è traccia !

Tuttavia, evito di pubblicare l'uno e l'altro e Vi informo che il Difensore Civico non ha alcun potere nei confronti delle Regioni laddove invita, e sottolineo invita, il legislatore regionale a modificare leggi o promulgarne altre più favorevoli per il contribuente.

Pertanto, così come le risoluzioni del Garante del Contribuente della Regione Liguria (clicca qui), del Difensore Civico del Veneto (clicca qui) e del Garante del Contribuente dell'Emilia Romagna (clicca qui) da me pubblicate su questo sito ed opportunemente "sbianchettate" dai soliti noti, che valgono quello che valgono cioè poco o nulla; analogamente la risoluzione del Difensore Civico delle Marche, deve essere letta congiuntamente alla risposta della stessa Regione Marche, la quale ha confermato che nulla farà e che la cosiddetta "autocertificazione", da me "inventata" e poi copiata dai soliti noti, non è utilizzabile per questi scopi !

Così è, ci piaccia o no, lo stato dell'arte nella Regione Marche !

Ciao a tutti.

dario di bello -    

 

"Resta impossibile svolgere referendum abrogativi in Umbria. Approvazione emendamento su consultivi sana solo in minima parte vero mostro giuridico"

REFERENDUM. DOTTORINI:

"Oggi il Consiglio regionale ha perso un'occasione per dimostrare coerenza e apertura alle istanze che provengono dalla società civile. Di fatto resta impossibile celebrare un referendum in Umbria e, nonostante le piccole modifiche apportate anche grazie ai nostri emendamenti, la normativa rimane incoerente e contraddittoria perché rende indisponibile un diritto sancito dallo stesso Statuto regionale, vale a dire la possibilità di svolgere un referendum abrogativo. Credo che questo sia un furto di democrazia che contribuisce ad accentuare la distanza tra istituzioni e cittadini. Un errore che deve essere sanato al più presto". Con queste parole Oliviero Dottoroni, consigliere regionale e presidente di Umbria migliore, commenta la votazione dal Consiglio regionale in merito alla modifica della legge 14 del 2010 sugli istituti partecipativi.
"Un diritto che non può essere esercitato non può essere definito tale. Per questo le mie proposte di modifica - spiega Dottorini - miravano a restituire ai cittadini la democratica possibilità di esprimersi su questioni di rilevanza regionale e di interesse pubblico anche in concomitanza di elezioni locali, nazionali o europee. Oggi al contrario abbiamo una legge regionale che promuove l'istituto del referendum, ma allo stesso tempo nega la possibilità che possa essere celebrato. Un capolavoro di ambiguità e ipocrisia che va contro quanto previsto dallo stesso Statuto regionale laddove sancisce che 'la Regione riconosce il referendum quale istituto di democrazia partecipativa e ne favorisce l'utilizzazione'. Per questo non rimane altro da fare che sottoporre alla Commissione di Garanzia statutaria regionale la richiesta di valutare se la normativa vigente sia aderente ai principi statutari e se la legge che regolamenta lo svolgimento dei referendum sia effettivamente attuabile. Per farlo occorrono undici firme. Finora ne abbiamo raccolte nove. Non disperiamo".

Perugia, 6 marzo 2014

Leggi l'intervento in aula

"Referendum consultivi e abrogativi impediti da norme che vanno contro lo stesso Statuto regionale. Ripresenterò miei emendamenti in aula"

PARTECIPAZIONE. DOTTORINI: GRAVE BOCCIATURA MIEI EMENDAMENTI, IN UMBRIA IMPOSSIBILE SVOLGERE REFERENDUM

"Con la votazione delle legge di modifica sugli istituti di partecipazione giunta regionale e Pd dimostrano ancora una volta di considerare il parere dei cittadini come fumo negli occhi. Respingendo i miei emendamenti, hanno sancito per l'ennesima volta che in Umbria non è possibile celebrare alcun referendum, in violazione di quanto previsto dallo stesso Statuto regionale che individua invece il referendum quale istituto di democrazia partecipativa impegnando la Regione a favorirne l'utilizzazione". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta il voto di oggi della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni in merito alla modifica delle legge regionale sui referendum e sugli altri istituti di partecipazione che consentirà la celebrazione dei referendum solo se a richiederli saranno i Consigli comunali.
"Attualmente in Umbria - ricorda Dottorini - a causa di una norma complessa e di difficile interpretazione è di fatto impossibile svolgere qualsiasi tipo di referendum, sia esso consultivo o abrogativo. In caso di richiesta di referendum da parte dei cittadini infatti è prevista la sospensione qualora siano previste altre elezioni. Ma tutti sanno che tra europee, politiche, regionali e amministrative di qualsiasi livello ogni anno sono previsti appuntamenti elettorali e in questo modo l'istituto del referendum è di fatto reso impraticabile. Le mie proposte di modifica miravano a restituire ai cittadini la democratica possibilità di esprimersi su questioni di rilevanza regionale e di interesse pubblico anche in concomitanza di elezioni locali, nazionali o europee. Purtroppo scelte come quella di oggi impediscono che i cittadini possano svolgere il loro ruolo di partecipazione alla vita democratica della nostra regione. Per non prenderli in giro sarebbe meno ipocrita prevedere l'abolizione totale dell'istituto referendario, almeno avremmo reso più esplicita una volontà che ormai appare evidente".
"Nei giorni scorsi - spiega Dottorini - si era manifestata una disponibilità a sostenere almeno l'emendamento che consentiva il referendum consuntivo, ma oggi sia Pd che Forza Italia hanno bocciato anche questa mia proposta. Da parte mia ho già assunto l'impegno a ripresentare in aula gli emendamenti bocciati e spero che in un sussulto di dignità sia la stessa giunta a proporre l'eliminazione di ogni ostacolo per la celebrazione di tutti i referendum, sia consultivi che abrogativi, così come avviene in ogni regione avanzata".

Perugia, 3 marzo 2014
 

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