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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Ultime notizie in Rifiuti e raccolta differenziata

"Così facendo si alimenta il sospetto che vi sia qualcosa di impresentabile in questo atto, gettando sale sulle ferite sociali e ambientali che dilaniano la nostra regione"

RIFIUTI. DOTTORINI:

"Spero sia solo uno scherzo". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria Migliore) commenta le dichiarazioni dell'assessore all'Ambiente Silvano Rometti che martedì ha presentato l'aggiornamento al Piano rifiuti al tavolo dell'Alleanza per lo sviluppo affermando che l'atto "potrebbe essere assunto con una delibera di giunta e non necessiterebbe di passaggi partecipativi e consiliari".
"L'idea che qualcuno possa soltanto ipotizzare di modificare nei suoi elementi strutturali il Piano dei rifiuti senza passare per il Consiglio regionale è del tutto priva di ragionevolezza e manifesta un'idea singolare delle prerogative dell'Assemblea legislativa. Lasciamo da parte il fatto che non vi sia stato alcun confronto di merito all'interno della coalizione di maggioranza, ma è bene ricordare che il Consiglio regionale esattamente un anno fa ha approvato una mozione che impegnava la Giunta a a produrre entro e non oltre il mese di giugno 2014 una proposta di adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Sarebbe davvero paradossale se oltre all'inammissibile ritardo, la Giunta ignorasse completamente la volontà dell'Assemblea legislativa e approvasse senza alcun confronto, a due mesi dalla scadenza elettorale, la proposta elaborata".
"Non tutto è sbagliato nelle modifiche che vengono proposte - aggiunge Dottorini - e da parte mia c'è sempre stata una disponibilità ad esaminare nel merito le questioni sul tappeto. Tuttavia vi sono elementi di forte criticità che non possono essere bypassati con un escamotage procedurale. Occorre che l'adeguamento del Piano regionale dei rifiuti venga attuato con un passaggio in Consiglio regionale, tirando fuori dai cassetti degli uffici regionali tutta la verità sul futuro ambientale e impiantistico della nostra Regione. Così facendo, la Giunta non fa altro che aumentare il sospetto che vi sia qualcosa di impresentabile in questo atto, gettando sale sulle ferite sociali e ambientali che dilaniano la nostra regione da anni. Al contrario noi riteniamo che da un adeguato confronto e da un serio dibattito consiliare potrebbe scaturire qualcosa di positivo per le prerogative ambientali dell'Umbria. Spero che quanto già avvenuto sul regolamento per le fonti rinnovabili sia stato d'insegnamento e che non si voglia di nuovo riproporre un improduttivo clima di scontro totale che non aiuterebbe certo la soluzione dei problemi".

Perugia, 4 febbraio 2015

"Rapporto 2013 sui rifiuti urbani fatto di luci e ombre. Buone performance di alcuni Comuni, ma rimangono le disparità fra gli Ati e scarse percentuali di recupero. Puntare decisi su tariffazione puntale e rifiuti zero"

RIFIUTI. DOTTORINI:

"Dai numeri del Rapporto 2013 emerge una situazione in chiaroscuro. L'aumento della differenziata fa ben sperare, ma il ritardo da colmare sugli obiettivi posti dal Piano è ancora grande. Il dato regionale del 48,5 per cento di raccolta differenziata supera di 4 punti quello dell'anno precedente, ma gli obiettivi posti per il 2010 e 2012 sono ancora lontanissimi e c'è molta strada da percorrere per toccare quota 65 per cento entro il 2015. Aver scelto di tagliare definitivamente i fondi per la differenziata e di condonare i comuni inadempienti in materia appare come sintomo di un disarmo nella direzione di una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione Umbria Migliore, commenta i dati pubblicati dall'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) nel Rapporto 2013 sui rifiuti urbani e rende pubblica la classifica dei comuni virtuosi e di quelli inadempienti in materia di raccolta differenziata e produzione di rifiuti.
"Salutiamo con favore la conferma del trend negativo nella quantità di rifiuti prodotti - spiega Dottorini -, ma c'è da costatare con qualche preoccupazione che la media pro capite rimane ancora al di sopra del dato nazionale ed europeo. Inoltre, se è vero che alcuni comuni, come Umbertide, Todi, e Bastia Umbra, fanno registrare eccellenti performance compiendo uno scatto di almeno 10 punti sull'anno precedente e superando il 60 per cento di rifiuti raccolti in maniera differenziata, destano forte preoccupazione le percentuali di Amelia e Spoleto e le disparità fra gli Ati meridionali e settentrionali della regione. Al quadro si aggiungono i numeri della quantità di rifiuti avviata a recupero. Soprattutto sugli ingombranti e su quelli derivanti dallo spazzamento stradale rimangono molte zone d'ombra. Infatti anche quando vengono raccolti in modo "selettivo", non sono pienamente avviati a recupero secondo le effettive potenzialità e vengono quindi indirizzati alla discarica". 
"E' opportuno infine fare chiarezza su quale programmazione si vuole sviluppare nei prossimi anni. Senza estensione della raccolta domiciliare e senza la tariffazione puntuale sarà difficile raggiungere i risultati previsti. Il fatto che sia siano tagliati in maniera drastica e definitiva i fondi a favore delle politiche virtuose di differenziazione e che si sia decisa la sanatoria per i comuni inadempienti in materia di raccolta differenziata la dice lunga sull'orientamento dell'assessorato all'Ambiente. Le corrette politiche per la gestione del ciclo dei rifiuti rischiano di essere minate definitivamente da una indiscriminata possibilità di produrre Combustibile solido secondario (Css), rendendo sconveniente investire sulla raccolta differenziata. Pertanto i positivi risultati di territori come l'umbertidese, che ha raggiunto il 72 per cento di differenziata estendendo la raccolta differenziata su tutto il territorio, difficilmente saranno valorizzati, così come non esisteranno incentivi a alla realizzazione di una tariffazione puntuale che premi direttamente i cittadini virtuosi alleggerendo il carico della loro bolletta. E' necessario che il prossimo Piano dei rifiuti sciolga queste ambiguità e punti con decisione sulle filiere del recupero, sulla raccolta domiciliare e sulla strategia rifiuti zero. Riduzione, riuso, differenziazione spinta, tariffazioni puntuali e incentivi per i comuni più virtuosi restano al centro di ogni politica virtuosa di gestione dei rifiuti. Sarebbe un errore se si pensasse di risolvere un problema complesso con la bacchetta magica del Css".

Perugia, 25 agosto 2014

Scarica la tabella completa della raccolta differenziata dei comuni dell'Umbria superiori a 10mila abitanti


L'esecutivo ribalta il voto della commissione e ripresenta la sanatoria per i comuni inadempienti. Maglie ancora più larghe anche per i cavatori. Così si compromette la credibilità su rifiuti e ambiente"

BILANCIO. DOTTORINI: BENE TAGLIO IRAP A COOP SOCIALI, MA SU RIFIUTI E CAVE GIUNTA COMMETTE ERRORE GRAVISSIMO

"La sanatoria per i comuni inadempienti sulla raccolta differenziata e le norme a favore dei cavatori e di chi imbottiglia acqua minerale rappresentano un colpo di spugna che non rende giustizia alle ragioni dell'ambiente e dell'equità. Disconoscendo quanto deciso ieri dalla prima commissione la Giunta regionale ha dimostrato poco coraggio e forse qualche malcelata 'sensibilità' di troppo. Sul condono per i comuni che nel 2012 e 2013 non hanno raggiunto i livelli previsti di raccolta differenziata e sulle norme a favore dei cavatori che non hanno versato i contributi ambientali ci saremmo attesi una correzione di rotta. Ma evidentemente dietro quelle scelte c'è un disegno che non poteva essere neppure scalfito". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria migliore - Idv) commenta l'esito della votazione odierna su Finanziaria e collegato. 
"Questa è una finanziaria con luci ed ombre - spiega Dottorini -. Accanto a misure molto importanti e condivisibili, come la parziale esenzione Irap per le cooperative sociali di tipo A , il finanziamento del commercio equo e le politiche sociali, troviamo alcuni aspetti legati alle tematiche ambientali veramente gravi e preoccupanti. In particolare emerge la forzatura sui rifiuti, tra l'altro passata in Consiglio con una maggioranza risicatissima. Le premialità e le sanzioni per i comuni riguardo alla raccolta differenziata sono uno dei cardini del Piano dei rifiuti, sono la leva che avrebbe dovuto indurre le amministrazioni comunali a politiche virtuose di riduzione , riuso e raccolta differenziata. Ora, nonostante il voto contrario della prima commissione, con un colpo di spugna si prevede di annullare ogni sanzione, mettendo sullo stesso piano i comuni virtuosi e quelli inadempienti. Se a questo si aggiunge che nella manovra non è previsto neppure un euro a favore della raccolta differenziata, risulta chiaro un cambio di atteggiamento significativo e preoccupante da parte dell'esecutivo regionale. Non vorremmo che si pensi di risolvere le incongruenze del Piano dei rifiuti attraverso la bacchetta magica del Combustibile solido secondario, dando ragione in questo modo a chi già da tempo sottolinea la difficile compatibilità della produzione del Css con le corrette politiche di gestione dei rifiuti. Per questo abbiamo chiesto con emendamenti precisi che la Regione esiga dai comuni gli importi delle sanzioni così come previsto dal Piano e metta a disposizione quelle risorse, pari a circa 321mila euro, per premiare le politiche virtuose dei comuni più efficienti. Stesso discorso vale per le aziende estrattive e imbottigliatrici di acqua minerale. E' vero che il settore sta attraversando, al pari di molti altri comparti, un periodo di evidente difficoltà, ma è altrettanto vero che gli anni passati sono stati anni di grandi utili, maturati attraverso un bene messo a disposizione dalla comunità regionale a costi irrisori. Ora, il fatto che la giunta abbia deciso di raccogliere l'accorato grido d'allarme lanciato da Forza Italia e Confindustria, dilazionando i pagamenti ed escludendo ogni ipotesi di interruzione delle attività come previsto per legge, a noi sembra inammissibile e indicativo di un'attenzione esclusiva, non riservata ad altri settori produttivi".
"A fronte di scelte che riteniamo fortemente negative e prive di buon senso - aggiunge Dottorini - siamo però soddisfatti dell'accoglimento della nostra proposta di riduzione dell'Irap alle cooperative sociali di tipo 'A', soggetti che si occupano di settori fondamentali e dal valore altamente sociale e assistenziale e che impiegano giovani, donne, e over 40, che altrimenti avrebbero molte difficoltà nel trovare un impiego. Viene poi sostenuta e finanziata la legge regionale sul commercio equo e solidale che nel corso degli anni ha prodotto risultati apprezzati dall'intera società umbra e italiana, svolgendo attività economiche e di supporto nei confronti dei piccoli produttori del Sud del mondo e di informazione culturale mirata ad aumentare la consapevolezza della comunità umbra in merito ai meccanismi perversi del commercio internazionale e volta a stimolare comportamenti di consumo responsabile".

Perugia, 1 aprile 2014
NECESSARIO ADOTTARE LA STRATEGIA 'RIFIUTI ZERO' E INCREMENTARE QUANTITÀ E QUALITÀ DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. TARIFFA PUNTUALE, FILIERE DEL RICICLO E MECCANISMI INCENTIVANTI PUNTI CARDINE PER UNA STRATEGIA SERIA ED ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE



"A me non preoccupa che si parli di questa insidiosissima novità che porta il nome di Css. A me preoccupa che lo si faccia avendo la soluzione già in tasca. A prescindere dai dati scientifici, a prescindere dai rischi che potrà subire una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Mi preoccupa che si chieda di riaprire il Piano dei rifiuti non per mettere a punto una strategia in grado di colmare le debolezze che hanno impedito di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, non per perseguire la strategia Rifiuti zero, non per garantire la corretta gerarchia di interventi: riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclo e riutilizzo. Al contrario, l'unico elemento che viene preso in considerazione è quello del Css, in maniera acritica, aprioristica. In me desta qualche sospetto, oltre che preoccupazione, che la revisione del Piano venga prevista entro giugno, vale a dire dopo le elezioni amministrative: cosa c'è da nascondere ai cittadini? Se non c'è nulla di cui vergognarsi, se tutto è così trasparente, perché non decidere subito?"

Leggi l'intervento in aula e scarica la mozione
CENTRODESTRA E CEMENTIERI SPINGONO PER BRUCIARE I COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS)
DOTTORINI: "VALUTARE RISCHI E RICADUTE SU INTERO CICLO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA"
ECCO LE INSIDIE DA AFFRONTARE PER NON CEDERE A INTERESSI DI PARTE E PER SALVAGUARDARE GLI INTERESSI DELL'AMBIENTE E DELL'UMBRIA

RIFIUTI

Il governo Monti con un capolavoro legislativo è riuscito a trasformare i rifiuti in combustibili. D'ora in avanti i cementifici e i grandi impianti dotati di autorizzazione integrata ambientale potranno bruciare anche questi rifiuti, opportunamente trattati. I Combustibili solidi secondari (Css) avranno libera circolazione e non dovranno sottostare alla disciplina dei rifiuti. Un'insidia che, se non adeguatamente governata, potrebbe compromettere tutti gli sforzi e le politiche a favore della raccolta differenziata. E intanto le pressioni dei cementieri si fanno pesanti.

Di seguito potete trovare il nostro intervento in Consiglio regionale. La mozione presentata dal centrodestra sarà votata nella prossima seduta del Consiglio regionale.

Presidente, colleghi,
questo dibattito, stimolato dalla mozione dei colleghi Zaffini, Nevi e Monacelli, parte da un presupposto che va tenuto ben presente e che rappresenta il peccato originale dell'intero ragionamento sulla gestione dei rifiuti e sull'utilizzo dei Combustibili solidi secondari, i cosiddetti CSS... [continua a leggere l'intervento]
Il 20 per cento della differenziata finisce in discarica, un dato doppio rispetto alle previsioni del Piano regionale. Ati inadempienti su partecipazione e valorizzazione frazioni recuperate

RIFIUTI. DOTTORINI: CONTANDO GLI SCARTI LA DIFFERENZIATA EFFETTIVA IN UMBRIA E' SOLO AL 35 PER CENTO. LA GIUNTA CORRA AI RIPARI

"E' grave che gli scarti della raccolta differenziata, destinati a finire in discarica, siano il doppio rispetto a quanto previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Un dato che indica una discutibile qualità della raccolta attuata in Umbria e che spinge a rivedere le percentuali di differenziata raggiunte. Se al 44 per cento, esibito come la percentuale di differenziata più alta del centro Italia, si sottrae infatti il 20 per cento di scarti che finiscono in discarica, è facile verificare che in realtà la nostra regione ha raggiunto solo il 35 per cento effettivo. Difficile in questo modo stimolare veramente una filiera del recupero e del riciclo e arduo fare ipotesi realistiche sulla chiusura del ciclo". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale, commenta la risposta all'interrogazione con la quale chiedeva di conoscere la destinazione - e i relativi ricavi generati - della raccolta differenziata effettuata in Umbria.
"Volevamo sapere dalla Giunta regionale - spiega Dottorini - quante tonnellate, per ogni categoria di rifiuto differenziato, sono state vendute, a chi sono state conferite e quali ricavi abbiano generato. Dalla risposta ricevuta, oltre a prendere atto del diverso livello di trasparenza raggiunto dai singoli Ati, alcuni dei quali forniscono dati a dir poco lacunosi e che risultano essere inadempienti o in grave ritardo per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini attraverso i comitati consultivi degli utenti previsti dalla legge regionale 11 del 2009, emerge come dato preoccupante il 20 per cento di scarti della differenziata che finiscono in discarica al pari dell'indifferenziato. Inoltre, emerge anche che non si è sviluppato un circolo virtuoso della filiera del recupero e del riciclo in grado di valorizzare i rifiuti raccolti in maniera differenziata. Si poteva stimolare il mercato di tali prodotti, mentre si è preferito appiattirsi sul conferimento ai consorzi di filiera che garantiscono ricavi minimi. Sono infatti troppo bassi - meno di 5 milioni di euro - i ricavi connessi al conferimento dei rifiuti differenziati agli impianti di recupero e non è affatto chiaro come vengano reinvestiti. Dovrebbero a nostro avviso andare ad alleggerire le bollette delle famiglie virtuose, rendendo puntuali i meccanismi di tariffazione e applicando il principio "chi meno inquina meno paga". Ma non ci risulta che questo avvenga".
"Tanta è la strada da fare - conclude Dottorini -. Occorre pertanto che la Giunta corra subito ai ripari apportando al sistema di gestione dei rifiuti quei correttivi in grado di ricondurre il livello degli scarti entro i limiti fisiologici individuati dal Piano regionale nel 10 per cento della raccolta differenziata e stimolando un mercato in grado di valorizzare i rifiuti inseriti nella filiera del riciclo. È inconcepibile inoltre che a quattro anni dall'approvazione della legge alcuni Ati siano totalmente inadempienti per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini attraverso i comitati consultivi".

Perugia, 31 luglio 2013
"Progressi importanti, ma sulla differenziata siamo ancora 21 punti al di sotto del 65 per cento previsto per il 2012. E intanto gli Ati subiscono sanzione da 321mila euro"

RIFIUTI. DOTTORINI:

"L'Umbria procede a più velocità, mettendo assieme picchi nettamente confortanti con vere e proprie sacche di arretratezza che appesantiscono il dato complessivo della regione. La raccolta differenziata quindi fa un significativo passo in avanti, ma il 65 per cento previsto dal Piano per il 2012 è ancora molto lontano. Accanto a una significativa decrescita della produzione totale dei rifiuti, effetto soprattutto della crisi, emerge la necessità di assumere con convinzione la strategia rifiuti zero e mettere in atto tutte le azioni tese a ridurre la produzione di rifiuti e a incentivare la raccolta differenziata". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale e presidente dell'associazione "Per un'Umbria migliore", commenta i dati della produzione e della raccolta differenziata in Umbria relativi al 2012 che vedono l'Umbria attestarsi al 44 per cento di raccolta differenziata, con un decremento del 2 per cento di produzione totale di rifiuti.
"Il 6 per cento di incremento della raccolta differenziata rispetto al 2011 - aggiunge Dottorini - è sicuramente un dato incoraggiante rispetto alle deludenti performance degli anni passati. Non siamo certo al cambio di passo in grado di far decollare un sistema virtuoso e gli obiettivi del Piano regionale rimangono lontanissimi, ma ci sono elementi da apprezzare che devono indurci a credere ancora di più nelle politiche di riduzione, riuso e differenziazione spinta, puntando su filiere del recupero, tariffazioni puntuali e incentivi per i comuni più virtuosi. Da questo punto di vista è da sottolineare come il mancato raggiungimento degli obiettivi - aggiunge Dottorini - oltre a comportare un danno all'ambiente e alla salute dei cittadini, comporta anche un danno pesantissimo per le casse degli Ati, che si sono visti applicare la sanzione di oltre 321mila euro da parte della Regione, come mancato raggiungimento degli obiettivi previsti (articolo 21 del Piano dei rifiuti). Tra gli Ambiti territoriali spicca la forbice sempre più ampia che divide il nord dal sud della Regione. Il 46 per cento raggiunto dall'Ati 1 e il 51 per cento dell'Ati 2 rendono il dato dell'area Foligno-Spoleto-Orvieto-Terni particolarmente deludente, con l'Ati3 al 38,5 per cento e l'Ati 4 fermo al 35 per cento. Spiccano le performance di Perugia, passata in due anni dal 35 al 54 per cento, e di comuni come Umbertide (oggi al 57 per cento), Marsciano (62,5), Bastia (53,6), Magione (52,2), Todi (51,8) e Gubbio (49,3). Fanalini di coda si confermano Assisi, ferma al 24 per cento, e Orvieto che addirittura torna al 18,3 per cento dopo aver toccato il 21,5 per cento nel 2011. Ancora lenti nella progressione i comuni di Amelia, Narni, Gualdo Tadino e Corciano".
"Resta aperto il capitolo della qualità della raccolta differenziata, non ancora domiciliare in tutta la regione e talvolta viziata da percentuali di scarti troppo elevate. La volontà di incrementare le azioni di riduzione e differenziazione dei rifiuti - conclude Dottorini - deve incontrare il sostegno di politiche adeguate. A iniziare dalla creazione delle filiere del recupero e dall'adozione della strategia "rifiuti zero" come principio ispiratore dell'intero ciclo integrato. Sono questi gli strumenti che possono farci immaginare un'opzione alternativa al conferimento in discarica o all'incenerimento, con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. I dati del 2012 ci dicono che siamo ancora 21 punti percentuali al di sotto del 65 per cento che avremmo dovuto raggiungere nell'anno appena trascorso. C'è da rimboccarsi le maniche, apprezzando il buono che si sta facendo ed evitando enfasi a dir poco inopportune".

Perugia, 20 giugno 2013


Scarica il report completo sulla certificazione della produzione dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata nell'anno 2012

RIFIUTI. DOTTORINI:
"Tra i principali risultati: eliminazione del 7 per cento dalla tariffa, minimo vitale gratuito per tutti, coinvolgimento di movimenti e associazioni, obiettivo Rifiuti zero"

ACQUA E RIFIUTI. DOTTORINI: BATTAGLIA SERRATA HA DATO BUONI FRUTTI, GRAZIE A MIEI EMENDAMENTI UMBRIA RECEPISCE VOLERE DEGLI ITALIANI

"Una battaglia serrata, sempre sui contenuti e mai strumentale, ci ha portato a ottenere risultati molto importanti e a porre al centro della discussione la volontà che 27 milioni di italiani hanno espresso con il referendum sull'acqua. Grazie ai miei emendamenti infatti viene inserito a pieno titolo il rispetto dell'esito referendario sull'acqua, l'eliminazione del 7 per cento dalla tariffa, il riconoscimento per ciascun individuo del minimo vitale pari a 50 litri gratuiti al giorno, il coinvolgimento dei movimenti per l'acqua, delle associazioni ambientaliste e dei consumatori nella Consulta che controllerà la qualità e la correttezza nell'erogazione dei servizi, l'introduzione dell'obiettivo Rifiuti zero tra i principi che dovranno ispirare la gestione del ciclo dei rifiuti, cosa non prevista nell'attuale Piano regionale. Rimangono aperti alcuni temi di altrettanta importanza, ma consideriamo quella di oggi come una piccola rivincita rispetto alle posizioni ideologiche e supponenti che avevano caratterizzato i lavori della commissione e che avevano portato alla bocciatura dell'atto pur di non prendere in considerazione le nostre proposte". Sono le parole con cui il consigliere regionale Oliviero Dottorini, relatore in aula del provvedimento sull'Auri e presentatore di un pacchetto di emendamenti sul rispetto dell'esito referendario e sulla corretta gestione dei rifiuti, commenta l'esito della votazione sul provvedimento che taglia gli attuali quattro Ati e istituisce l'Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri).
"Rimangono - aggiunge Dottorini - due temi controversi dal punto di vista formale, ma molto significativi sotto l'aspetto politico: il riconoscimento dell'acqua come bene privo di rilevanza economica e la separazione tra gestore della raccolta dei rifiuti e dello smaltimento ultimo, al fine di incentivare al massimo la raccolta differenziata ed evitare conflitti d'interesse. Su questi temi le differenze all'interno della maggioranza rimangono evidenti. Infatti, al di là degli aspetti formali che ne rendono complicata l'attuazione, è nostra convinzione che l'acqua, in quanto diritto universale, debba essere considerata un bene privo di rilevanza economica e non possa quindi essere soggetta alle regole del mercato. Ora aspettiamo di vedere il testo della proposta di legge nazionale che il Consiglio si è impegnato a produrre con l'approvazione dell'ordine del giorno collegato al testo approvato. Sarà quella la sede in cui ribadire la nostra posizione in merito alla necessità di una gestione pubblica del servizio idrico per porre la nostra regione all'avanguardia sui temi dei servizi pubblici e dei beni comuni. Per ora prendiamo atto che grazie al nostro contributo siamo riusciti a migliorare il testo che era giunto in Consiglio regionale, inserendo delle norme importanti che danno una connotazione più lungimirante a questo processo di razionalizzazione e semplificazione del sistema amministrativo regionale".

Perugia, 6 maggio 2013
"Gestione pubblica dell'acqua, partecipazione dei cittadini e strategia rifiuti zero diventino principi irrinunciabili. Basta ricerca scappatoie"

AURI. DOTTORINI PRESENTA PACCHETTO EMENDAMENTI: RISPETTARE ESITO REFERENDUM SU ACQUA E GARANTIRE CORRETTA GESTIONE RIFIUTI

"La volontà che 27 milioni di italiani hanno espresso con il referendum sull'acqua deve essere al centro di ogni riorganizzazione dei servizi. Quindi gestione pubblica del servizio idrico ed eliminazione del 7 per cento in bolletta sono i punti irrinunciabili da cui partire. Inoltre va garantita la massima partecipazione dei cittadini e degli utenti, una gestione dei rifiuti ispirata alla strategia 'rifiuti zero' e la separazione dei soggetti gestori tra chi si occupa della raccolta dei rifiuti e chi dello smaltimento finale". Sono le parole con cui il consigliere regionale Oliviero Dottorini illustra il pacchetto di emendamenti al disegno di legge della Giunta regionale (in Aula lunedì) che taglia gli attuali quattro Ati e istituisce l'Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri). Emendamenti già proposti in commissione, ma non votati per la bocciatura dell'articolo 1 (e quindi dell'intero atto) da parte di Pd e Pdl.
"Due mesi fa - spiega Dottorini - fu sufficiente affermare che l'acqua deve essere considerata un bene comune privo di rilevanza economica e che sui rifiuti si deve perseguire la strategia 'rifiuti zero' per provocare la bocciatura dell'intero provvedimento di giunta da parte del gruppo Pd. Ora la giunta regionale ripropone lo stesso testo in Aula, evitando un serio confronto all'interno della maggioranza. Confido possa almeno tenere conto di quanto già discusso e approvato dalla prima commissione, a iniziare dal tema del rispetto del risultato referendario e quindi dal riconoscimento chiaro e inequivocabile dell'acqua come bene comune e come diritto umano essenziale. La Regione ne deve garantire l'approvvigionamento a ciascun cittadino, assicurando il diritto al minimo vitale giornaliero, pari a 50 litri giornalieri gratuiti per persona, inserendo richiami espliciti all'esito referendario. La gestione del servizio idrico deve essere pubblica e deve essere eliminata dalla tariffa la componente della remunerazione del capitale, cosa ancora inapplicata. I nostri emendamenti inoltre insistono sulla garanzia della partecipazione dei cittadini, sia richiamando il rispetto delle norme nazionali che ne stabiliscono le modalità, sia prevedendo la partecipazione in seno alla consulta regionale per il servizio idrico e dei rifiuti di rappresentanti degli utenti, delle associazioni ambientaliste e dei movimenti per l'acqua. Infine, sul tema dei rifiuti, chiediamo che tra i principi che dovranno ispirarne la gestione vi sia un riferimento esplicito alla strategia 'rifiuti zero' e che la gestione della raccolta e quella dello smaltimento finale siano affidati a gestori distinti, per evitare evidenti conflitti di interessi. Su questi temi non è più possibile continuare a cercare scappatoie".
"Ci auguriamo - conclude Dottorini - che la Giunta regionale abbia saputo cogliere la portata delle proposte da noi presentate e in parte fatte proprie dalla prima commissione. Ad ogni buon conto noi abbiamo già depositato in aula gli emendamenti che non fu possibile discutere in commissione. Il nostro obiettivo rimane quello di conferire al disegno di legge un carattere di lungimiranza e di rispetto per i milioni di cittadini che con forza hanno affermato come la pensano sulla gestione dei servizi pubblici locali".

Perugia, 3 maggio 2013
"In alcuni casi superati i parametri di legge. Con l'accordo di rimodulazione dei rifiuti è stata riempita la discarica, con ripercussioni pesanti sull'economia e, a quanto pare, sul rispetto dei parametri ambientali"

RIFIUTI. DOTTORINI (IDV): "CONTROLLI SERRATI NELLA ZONA DELLA DISCARICA DI BELLADANZA. QUALI RISCHI PER LA SALUTE DEI CITTADINI?

"Dai dati rilevati da Arpa Umbria risulta che la zona adiacente alla discarica di Belladanza ha superato in alcuni casi i parametri ambientali stabiliti per legge. Chiediamo che Comune e Sogepu valutino se esistono problemi per la salute e la sicurezza dei cittadini che abitano vicino all'impianto. Per noi è inquietante anche solo l'ipotesi che possa essere trascurata la tutela della salute degli abitanti nella zona della discarica". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, chiede un monitoraggio completo della zona della discarica al fine di informare i cittadini circa la sicurezza dell'impianto di Belladanza.
"Nello specifico - continua Dottorini - il monitoraggio delle acque sotterranee relativo al 2010 ha evidenziato in alcuni pozzi il superamento dei limiti stabiliti dalla legge per il ferro e il manganese, nonché il superamento in un singolo pozzo dei limiti per il cloruro di vinile. Questi dati, disponibili nel sito di 'Arpa, dimostrano che la discarica di Belladanza non è così efficiente come Sogepu e Comune continuano a dipingerla e gettano un'ombra pesante sulla salute dei cittadini".
"Purtroppo - conclude Dottorini - questi sono gli effetti di una gestione amministrativa miope e dell'accordo sulla rimodulazione del flusso dei rifiuti voluto dall'amministrazione Cecchini e avallato dall'allora vice sindaco Bacchetta. E' bene ricordare i termini di quell'accordo, che prevedeva che che noi portassimo i nostri rifiuti al preselettore di Perugia pagando 60-63 euro a tonnellata, ricevendo indietro una quantità di rifiuti enorme da tutta l'area del perugino ad appena 20 euro a tonnellata. Un accordo capestro che ha portato la discarica di Belladanza al rapido esaurimento, con ripercussioni pesanti sulle casse del comune di Città di Castello e, a quanto pare, sul rispetto dei parametri ambientali".

Perugia, 4 agosto 2012

Guarda la cartina interattiva della discarica [sito Arpa]
 

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