"Vicenda triste e grottesca che rischia di portare un'altra ferita al tessuto urbano della città. Intervento dettato da mancanza di visione e incapacità progettuale"
"Quella del contratto di quartiere e in particolare dei nuovi insediamenti presso la ex-Fat è una vicenda triste e a tratti grottesca che rischia di portare un'altra pesante ferita al tessuto urbanistico della nostra città. Si tratta di una scelta che, seppure ridimensionata rispetto all'ipotesi iniziale, potrebbe assumere le caratteristiche di un intervento fuori misura, dettato solo da mancanza di visione e incapacità progettuale. Una colata di cemento nel cuore storico e architettonico della città giustificata dalla dubbia necessità di realizzare unità abitative, negozi e parcheggi per auto". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e Consigliere regionale, annuncia la partecipazione alla manifestazione indetta dal comitato Prato-Mattonata per il prossimo 9 ottobre al Torrione di Città di Castello. "L'amministrazione comunale - continua Dottorini - dovrebbe essere a conoscenza del fatto che il centro storico tifernate è già ricco di appartamenti sfitti che restano tali per mancanza di domanda. L'errore più evidente è stato quello di escludere l'ex Ospedale dal contratto di quartiere e di non aver fatto alcun tentativo di considerare la grande mole di case sfitte che insistono nell'area. Così, mentre in tutta Europa si interviene attraverso il recupero dell'esistente e attraverso il "rammendo" delle ferite subite dagli assetti urbanistici, a Città di Castello si dà il via a un'operazione assolutamente discutibile, assumendo il forte rischio di una progettualità non all'altezza del contesto storico, artistico e architettonico in cui le nuove costruzioni si inseriscono. Si tratta di logiche oramai datate che, al contrario di ciò che servirebbe, portano alla realizzazione di nuovi volumi, lasciando al deterioramento e all'abbandono l'esistente. Non è una novità per la nostra città. Basti pensare alle condizioni in cui versa il vecchio Ospedale, lasciato nel completo abbandono mentre si realizzavano nuove strutture per gli uffici della Asl". "Non siamo nelle condizioni - aggiunge il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Cesaroni - di conoscere quali margini vi siano per indurre a un ravvedimento l'amministrazione comunale. Sappiamo però che, al contrario di quanto previsto in delibera, il progetto e la relativa documentazione non sono stati ancora inviati in Regione. Constatiamo inoltre che anche tra le fila della maggioranza si iniziano a intravvedere le prime crepe nella granitica compattezza che fino ad oggi ha unito tutti nel sostegno al progetto, con una parte del Pd che prova meritoriamente a defilarsi. In altre realtà della regione, penso al collegio di San Bevignate di Perugia, la sollevazione popolare ha portato alla sospensione di opere quando le ruspe erano già entrate in azione. E la stessa cosa si può dire per Città di Castello: la mobilitazione del 2010 portò a un ridimensionamento considerevole del progetto. Per questo occorre partecipare numerosi alla manifestazione che il comitato di quartiere Prato-Mattonata ha indetto per i prossimi giorni, aprendo anche a chi in passato ha sostenuto il progetto, ma oggi ne coglie tutta la evidente contraddittorietà. E' necessario avanzare da subito una proposta operativa all'amministrazione comunale che punti a un'immediata riqualificazione dell'area e allo stesso tempo a recuperare e ristrutturare gli alloggi sfitti del quartiere, evitando in ogni modo la realizzazione di nuove cubature e il cedimento a progetti che non siano l'esito di un concorso internazionale di idee".
Perugia, 27 settembre 2014
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