Regione chieda in conferenza stato-regioni il ritiro immediato del decreto e promuova azioni a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili
Chiedere con determinazione in conferenza Stato-Regioni che venga ritirato il Decreto Romani, il cosiddetto ammazza-fotovoltaico, o quantomeno che gli vengano apportate delle modifiche tali da assicurare la sopravvivenza del settore legato alle rinnovabili. E' l'impegno che i gruppi Idv, Pd e Prc di Palazzo Cesaroni chiedono alla giunta regionale attraverso una mozione che porta le firme dei capigruppo Oliviero Dottorini (Idv), Renato Locchi (Pd) e Damiano Stufara (Prc-Fds). Attraverso la mozione si impegna inoltre la giunta affinché chieda che vengano attivati tavoli di confronto diretto con i rappresentanti del settore, le associazioni ambientaliste e le parti sociali, oltre a un impegno preciso per promuovere a livello regionale azioni a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili e a ribadire in tutte le sedi la ferma contrarietà della Regione Umbria al programma nucleare del governo italiano.
"In questo periodo di crisi - commenta il primo firmatario Dottorini - il settore delle rinnovabili è stato l'unico a crescere in termini di fatturato, occupazione ed utili. Anche in Umbria l'applicazione di questo maldestro decreto del governo nazionale avrebbe come conseguenza immediata il rischio di chiusura di molte imprese e la perdita di lavoro di centinaia di addetti. L'Umbria, che ha individuato nelle politiche della green economy uno strumento privilegiato per lo sviluppo sostenibile della nostra regione, aveva trovato negli incentivi statali una straordinaria opportunità per riconvertire settori ormai fuori mercato e per coniugare sapientemente economia e sviluppo sostenibile. La scelta del governo rischia di compromettere questa prospettiva".
"Il disastro nucleare in Giappone e la situazione in Libia - conclude Dottorini - dovrebbero essere un ulteriore stimolo per definire una seria strategia energetica, tanto più che in Italia si attende da anni la definizione di un Piano energetico nazionale. Il governo italiano, anziché annunciare pause di riflessione sul nucleare e contemporaneamente smantellare uno dei pochi comparti che hanno dimostrato la capacità di sopravvivere alla crisi, farebbe bene a mettersi in linea con i paesi più avanzati e definire una seria strategia orientata alla sostenibilità che sia in grado di dare certezze agli investimenti, che semplifichi le normative e che metta in atto politiche di efficienza energetica".
Perugia, 31 marzo 2011
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