Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva la tariffe sarebbero aumentate del 4,3 per cento rispetto all'anno precedente e del 51 per cento rispetto al 2007. Giunta chiarisca
"Il costo del servizio idrico in Umbria risulta uno dei più cari in Italia. Ancora una volta infatti i dati messi a punto da Cittadinanzattiva inchiodano la nostra regione a un tutt'altro che lusinghiero terzo posto nella classifica nazionale delle regioni con le bollette più pesanti. Occorre che la Giunta dia qualche spiegazione o smentisca questi dati portando elementi precisi e circostanziati in grado di giustificare questo stato di cose". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta il dossier annuale dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva per il 2014, pubblicato oggi.
"Secondo il nuovo rapporto di Cittadinanzattiva per l'anno 2014 - spiega Dottorini - le tariffe per l'acqua pubblica nella nostra Regione sarebbero aumentate in media del 4,3 per cento, passando dai 421 euro del 2013 ai 439 del 2014, confermando il terzo posto nella graduatoria delle regioni con il più alto costo dell'acqua pubblica per i cittadini. Il dato peggiora ulteriormente se confrontato con quello del 2007 quando il costo a carico dei cittadini era inferiore del 51 per cento. Sempre stando al rapporto di Cittadinanzattiva - continua Dottorini - salta subito all'occhio il dato relativo alla dispersione di rete, che nel 2014 in Umbria avrebbe raggiunto il 40 per cento, ponendo la nostra regione al di sopra della media nazionale del 37 per cento e con un aumento di un punto percentuale sul 2013. Questo nonostante gli investimenti (oltre 12 milioni di euro negli ultimi anni) e le azioni messe in campo dalla Giunta regionale. Se è vero, come continua a ripetere l'Assessore che l'Umbria negli ultimi anni ha realizzato interventi strutturali enormi quali il rinnovamento di otto sistemi acquedottistici, tra cui Montedoglio, la Pasquarella e il lago Trasimeno e Bastia, non si capisce come mai continui ad aumentare il dato della dispersione idrica".
"Adesso - conclude Dottorini - ci aspettiamo azioni conseguenti e una maggiore volontà di incidere attraverso le aziende di gestione da parte dell'assessorato. Non si può continuare a sbandierare l'eliminazione dalle bollette della quota del 7 per cento per la remunerazione del capitale, se poi i risultati sono questi. L'idea di avviare un serio studio di fattibilità al fine di garantire agli umbri una gestione pubblica e partecipata dell'intero servizio idrico appare sempre più fondata. Altrimenti, almeno a leggere i dati, tutto finisce per rimanere nel novero delle buone intenzioni o delle scaltre enunciazioni".
Perugia, 20 marzo 2015
Leggi il dossier Cittadinanzattiva
Recent Comments