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Marzo 2014 Archives
dario di bello -
Cari amici, vi segnalo questa Passeggiata di veicoli storici per domenica 13 aprile 2014, con la collaborazione dei VESPA CLUB di Umbertide e Città di Castello.
La Passeggiata partirà dalla Città della Domenica con direzione Umbertide, per poi proseguire per Montone. Qui dopo una pausa aperitivo, si proseguirà per Città di Castello.
Sul sito potrete trovare tutte le informazioni per poter contattare direttamente i VESPA CLUB di Umbertide e Città di Castello.
Ciao a tutti.
dario di bello - dariodibello@dottorini.com
- BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2014 E BILANCIO PLURIENNALE 2014/2016
- LEGGE FINANZIARIA REGIONALE 2014 - DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE DI PREVISIONE 2014 E DEL BILANCIO PLURIENNALE 2014/2016
- DISPOSIZIONI COLLEGATE ALLA MANOVRA DI BILANCIO 2014 IN MATERIA DI ENTRATE E DI SPESE - MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI DI LEGGI REGIONALI
- EMENDAMENTI SU CAVE, RIFIUTI E TURISMO
- EMENDAMENTI ALLA FINANZIARIA SU COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
dario di bello -
Ecco cosa c'è in rete,
un bell'articolo di Alessandro Da Rold sull'ACI !
C'è da notare che in effetti l'ACI "sopravvive" grazie al PRA, al quale sia se compriamo un veicolo nuovo o usato che sia, dobbiamo pagare il pedaggio.
Ma visto che il mercato del "nuovo" è quasi fermo così come quello dell'usato, l'ACI sta ovviamente "incassando" meno e per questo motivo, vuole entrare a tutti i costi nel "giro" delle auto storiche, perché ha bisogno di nuove ri$or$e e quindi vorrebbe "mangiare" anche a questo tavolo.
Questo è un mio articolo di qualche mese fa sempre sull'ACI, d'altronde con altre "personcine" la differenza è solo di una €on$onante...
ACI 290 milioni di euro nel 2012
Buona lettura e non schifatevi per tutto questo !
dario di bello -
P.S. Ai soliti sbianchettatori, auguro una buona lettura e prendetevi anche questo articolo che è già "pulito", tutto per voi !
http://www.linkiesta.it/aci-soccorso-stradale
Aci, l'ente in rosso che sopravvive con la burocrazia
La spending review lo bollava come doppione e la Corte dei conti ha acceso un faro sulla gestione.
Persino Papa Francesco ha ringraziato l'Aci, Automobile Club d'Italia, per il telegramma di congratulazioni che il presidente Angelo Sticchi Damiani gli inviò dopo l'elezione in Vaticano all'inizio di aprile. Del resto «Divina Provvidenza ed Alto Spirito Santo» sembrano non mancare al gigantesco ente pubblico più simile a un ministero che a un'istituzione virtuosa, con in pancia più di 4mila dipendenti, 106 sedi distaccate sul territorio e altre 136 società collegate, una decina di partecipazioni in altrettante controllate, un giro d'affari da due miliardi di euro, tra gestione del Gran Premio di Monza e il Pra, (Pubblico registo automobilistico).
Soprattutto ci sono una moltitudine di problematiche, tra conti in rosso da almeno sei anni, assalti alla diligenza da parte dei partiti (vedi la nomina di Geronimo La Russa, figlio dell'ex-ministro della Difesa Ignazio, in Aci Milano, ndr), stipendi stellari per i dirigenti, alcune AA.CC. (sedi provinciali, ndr) che non hanno presentato nel 2012 il bilancio e si sarebbero verificati persino casi di gestione di attività privatistica, vietata dalla legge.
L'anno scorso è stata la Corte dei Conti a fare le pulci all'ente, per «Irregolarità nella presentazione dei dati contabili (scarica la delibera della Corte dei Conti), risultati d'esercizio in peggioramento e incremento delle perdite». Una fotografia impietosa a cui non è corrisposta alcun tipo di riforma del governo di Mario Monti. Anzi, i tecnici hanno pensato bene di aumentare del 30% le spese per le pratiche auto sulle spalle di cittadini e imprese (+15 milioni di euro in totale), così da far entrare nelle casse del Pra 30 milioni di euro aggiuntivi. Quello che sembrerebbe un «aiuto per mantenere in piedi la baracca» avrebbero certificato gli addetti ai lavori. O meglio, l'esecutivo guidato da Mario Monti ha di fatto ripianato il passivo del 2012 così che, pur verificandosi una crisi del mercato dell'auto che vede un numero minore di immatricolazioni, è corrisposto comunque un netto aumento delle entrate.
Ma basterà aumentare il prezzo della burocrazia per far sopravvivere l'Aci ?
Di fatto, l'anno scorso, per la prima volta, la Corte dei Conti ha certificato come proprio il Pra costituisca la parte «preponderante» dell'intera attività di Aci: le entrate del registro finanziano i due terzi dell'attività. Il sistema Pra è costato agli automobilisti italiani, nel 2011, oltre 500 milioni di euro tra diritti, imposte di bollo e il cosiddetto «aggio provinciale» o Ipt.
Va anche ricordato che il Pra altro non è che un doppione dell'archivio della Motorizzazione. La Commissione Tecnica Ministeriale per la Spending Review nel 2008 aveva sottolineato questa sovrapposizione «sottolineando la grande opportunità di risparmi strutturali e semplificazioni procedurali con il loro accorpamento», ma tutto è rimasto inalterato. E al contempo Monti non ha lesinato un aiuto, anche se Aci si difende ritenendo che le tariffe erano ferme da molti anni.
L'azione del vecchio governo è stato grosso modo questo. Nel 2012 Aci ha avuto una perdita di esercizio di 28,7 milioni di euro e un debito di 34,5 milioni. L'anno scorso sono state immatricolate meno automobili, con una previsione per il 2013 di un'ulteriore diminuzione del 20% (-13% nel primo trimestre). Nonostante la crisi, gli aumenti introdotti dal precedente esecutivo (circa 7 euro a pratica, ndr) produrranno benefici sul bilancio per 40 milioni di euro, ripianando così il buco.
Ma, a parte il tamponamento «montiano», è il sistema Aci nel suo complesso a fare acqua da tutte le parti. A denunciarlo sono i sindacati interni che inviano lettere ai vertici raccontando dei presunti sperperi di denaro pubblico. I soci poi sono poco più di un milione (nel 2010 i soci erano 1.100.122 ma solo 690.000 ricevono la rivista mensile l'Automobile, ndr) e rappresentano appena il 2,5% degli automobilisti italiani.
Poi ci sono i costi relativi ai dirigenti. In una fotografia dello scorso anno fatta dal personale di Aci veniva evidenziato come non fosse «neppure calcolabile» il numero preciso dei dipendenti dell'ente. Il dato indicativo è di 4mila, a cui aggiungere il buco relativo alle sedi territoriali dove «risultano essere impiegati mediamente 3 dipendenti in ognuno (con una variabilità che va da un minimo di 0 ad un massimo di 20), comprensivi pure di dirigenti». Un altro aspetto che ha dell'incredibile riguarda Aci Informatica, controllata dell'Automobile Club, dove i dirigenti guadagnano più di quelli del Ministero delle Finanze.
A parte il presidente Sticchi, su cui pende una sentenza della Corte dei Conti per danni arrecati proprio all'Aci prima di assumerne la guida e che è già stata oggetto di un'interrogazione parlamentare lo scorso anno, ci sono casi relativi a singoli dirigenti Aci. Ad esempio, Alessandro Cocconcelli, Guido Del Bue e Giovanna Basile, come ha ricordato anche il Fatto Quotidiano in un articolo dello scorso marzo, vantano insieme più di 116 incarichi in aziende e società pubbliche: vale la pena aggiungere che la dottoressa Basile è anche moglie del presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua.
Che i rilievi della Corte dei Conti abbiano avuto un effetto minimo sulla gestione dell'Aci, lo testimonia poi un'ultima iniziativa dell'ente pubblico. Nel febbraio del 2013 è stato proposto un accordo istituzionale con lo Stato di Santa Caterina in Brasile. Obiettivo: creare nuove scuole guida e migliorare il sistema viabilistico brasiliano. Un modo, insomma, per vendere servizi Aci all'estero. Del resto, sul budget del 2013 l'Automobile Club mette come voce di entrata 133mila euro riconosciuti dalla regione Lazio per la gestione del centro infomobilità «Luce Verde». Peccato che, se non ci fosse il Pra, le saracinesche sarebbero già vicine alla chiusura.
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