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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Settembre 2007 Archives

AUMENTARE I CANONI DI CONCESSIONE PER LE MINERALI

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ACQUE MINERALI. DOTTORINI (VERDI CIVICI): "AUMENTARE I CANONI DI CONCESSIONE, CONTRO IL BUSINESS DELLE AZIENDE CHE IMBOTTIGLIANO"
PROPOSTA DI PER PUBBLICIZZARE L'ACQUA DEL RUBINETTO



L'acqua potabile che sgorga in Umbria dai rubinetti domestici è buona, è garantita, e costa alle singole famiglie l'equivalente di due lire di un tempo; l'altra acqua, quella reclamizzata dalle grandi aziende e commercializzata in bottiglie di plastica che sostanzialmente offre le stesse garanzie, costa mediamente 400-500 lire.
Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi e Civici a palazzo Cesaroni, è partito dal raffronto di questi dati, rapportati alla vecchia moneta perché l'esempio fosse più evidente, per presentare alla stampa, a palazzo Cesaroni, la sua proposta di legge regionale che propone di aumentare di cinque volte il canone di concessione sull'imbottigliamento delle acque minerali umbre, oggi fermo ad una lira a litro, e di raddoppiare quello sulle superfici dei terreni prossimi alle sorgenti date in concessione. Un adeguamento possibile "gia previsto da un importante documento di programmazione regionale come il Dap 2007-09" ha chiarito Dottorini ricordando un suo emendamento votato in Consiglio regionale nel 2006, "che comporterebbe per la Regione introiti complessivi di 3 milioni e 380 mila euro, a fronte dei 745 mila euro di oggi".
A proposito dello sfruttamento delle acque minerali, Dottorini ha parlato di business senza uguali, perché di fatto la materia prima acqua, sempre più preziosa e strategica, non costa nulla in termini di concessione pubblica, e questo fa crescere l'imbottigliamento con una rapidità incredibile. "I maggiori introiti che verranno alla Regione dai nuovi canoni - ha precisato Dottorini - dovranno servire a finanziare quella pubblicità che invita a bere l'acqua dei nostri rubinetti, che già si fa a Roma (sindaco Veltroni), ma anche a New York, ma non da noi, forse per non intralciare il business dell'acqua. Con gli stessi fondi - ha aggiunto - si dovrà porre alla opinione pubblica anche il problema dell'inquinamento ambientale che crea la produzione delle bottiglie di plastica con tecnologia Pet".
In Umbria, dove si è arrivati ad imbottigliare il dieci per cento delle acque minerali messe in commercio, ha detto il consigliere dei Verdi e civici, con a fianco Alessandra Paciotti di Legambiente e Giuseppe Rinaldi del Wwf, "l'imbottigliamento è cresciuto fortemente negli ultimi anni passando da un più quattro per cento del 2004-05 ad un più undici per cento degli ultimi due anni, "ma senza aumentare l'occupazione".
Sui tempi di approvazione della legge Dottorini ha assicurato che, proprio perché il problema è stato recepito nell'ultima versione del Dap, non dovrebbero esserci problemi e potrebbe essere imminente. Un sì indiretto all'iter favorevole della proposta lo ha dato anche il capogruppo di Rifondazione comunista, Stefano Vinti, seduto fra i giornalisti e che, ringraziato per la sua presenza dallo stesso Dottorini, ha detto: "il ritardo negli aumenti dei canoni è stato fin qui motivato dalla necessità di concertare la decisione con le altre regioni, per non creare squilibri, ma oggi questo aspetto è superato e sul provvedimento ci sarà il sì della sinistra".
Favorevoli alla legge si sono dichiarati nell'ordine Alessandra Paciotti, che a nome di Legambiente e citando i casi Rio Fergia e Borgo Cerreto, ha detto, "oggi le aziende che imbottigliano sono autorizzate a vere rapine nel territorio, va bene la campagna pubblicitaria per bere l'acqua del rubinetto, ma sarebbe utile anche destinare una parte degli aumenti delle concessioni nel ripristino delle reti fognarie e per ridurre le perdite degli acquedotti".
Favorevole alla legge anche Giuseppe Rinaldi del Wwf, che ha ricordato come "nel mondo un milione e 300 mila persone non hanno accesso all'acqua e il 41 per cento dell'intera popolazione si trova in situazioni igieniche indecenti".

Presente alla conferenza stampa anche Alessandro Petruzzi, (Comitato Rio Fergia) che, invitato dallo stesso Dottorini a prendere la parola ha detto: "La proposta di legge ha un forte consenso nel territorio umbro e non è affatto isolata: norme simili sono state approvate in Veneto senza sconvolgere nulla, ed è sintomatico che proprio in questo periodo la città di Gualdo Tadino, dove forte è l'attività di imbottigliamento, sia rimasta senza acqua nel proprio acquedotto civico".

Perugia, 28 settembre 2007

BETTONA. TUTELARE LA "STRADA DEL VINO DEL CANTICO"

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BETTONA. DOTTORINI (VERDI E CIVICI): TUTELARE LA "STRADA DEL VINO DEL CANTICO", EVITARE SCEMPI AMBIENTALI SENZA RITORNI ECONOMICI
Interrogazione alla Giunta regionale: "Bloccare l'ordinanza del Sindaco di Bettona che consente l'immediata realizzazione del nuovo mega invaso di reflui zootecnici"


"Turismo, agricoltura ed attività enogastronomiche sono per l'Umbria un'autentico patrimonio da custodire gelosamente, facendo sempre molta attenzione a non danneggiarlo e a non comprometterne le enormi potenzialità. La situazione di Bettona e dell'area nota come "Strada del vino del Cantico" sta divenendo insostenibile ed è necessario intervenire per evitare ulteriori scempi ad un territorio già sufficientemente compromesso". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi e civici al Consiglio regionale e presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali, illustra i contenuti dell'interrogazione con la quale chiede alla giunta regionale "se non ritenga opportuno intervenire allo scopo di bloccare l'ordinanza con cui il Sindaco di Bettona, invocando un presunto stato di emergenza, consente agli allevatori l'immediata realizzazione della laguna saltando tutti i passaggi di verifica e garanzia quali Uls, Arpa, Valutazione di impatto ambientale". Inoltre Dottorini chiede alla Giunta regionale di "ordinare ai propri uffici una accurata indagine sul caso, considerate le gravi ripercussioni che la realizzazione di un secondo invaso di reflui zootecnici avrebbe dal punto di vista dell'impatto ambientale, sanitario e per lo sviluppo del settore turistico di questa zona dell'Umbria".
"Tale invaso - afferma l'esponente del Sole che ride - dovrebbe avere una capienza di ulteriori 84 milioni di litri e sorgere a soli 30 metri dall'argine del fiume Chiascio. La cosa riveste aspetti inquietanti considerando che a Bettona esiste già un invaso da 90 milioni di litri destinato alla raccolta dei reflui zootecnici che ha raggiunto un livello di saturazione di materiale solido del 90 per cento con una ridottissima capacità di stoccaggio residua. La realizzazione di questa nuova laguna di liquami rischia di mettere a repentaglio le possibilità di espansione turistica di un territorio che rappresenta un patrimonio rilevante per l'intera regione. E' giusto inoltre considerare - aggiunge il capogruppo dei Verdi e civici - che già in precedenza si sono verificati fenomeni di inquinamento a causa dello scarico dei liquami nel fiume Chiascio e che l'Arpa regionale ha registrato nella propria centralina di rilevamento sul fiume Chiascio a Ponterosciano ben 61 allarmi di segnalazione di scarichi inquinanti. Appare dunque pretestuosa - continua Dottorini - l'invocazione da parte del sindaco di Bettona e della maggioranza di centro-destra di un presunto stato d'emergenza, al fine saltare di tutti i passaggi di verifica e garanzia quali Uls, Arpa, Valutazione di impatto ambientale. E' invece importante - conclude il rappresentante del Sole che Ride - che tutte le verifiche del caso vengano fatte, e che non si realizzino interventi, se non prima di avere garantito la tutela del territorio di Bettona e il suo patrimonio turistico ed enogastronomico".
Perugia, 26 settembre 2007

RIFIUTI. DOTTORINI (VERDI E CIVICI): AMPLIAMENTO DI BELLADANZA? ECCO I RISULTATI DEL "TURISMO DEI RIFIUTI"
Interrogazione urgente a Bottini: "Discarica in rapido esaurimento. Quantificare danno economico per l'Altotevere e massima trasparenza su costi e rifiuti speciali"


"Oggi iniziano ad essere chiari i risultati dell'accordo scellerato che due anni fa portò i comuni dell'Altotevere, a iniziare da quello di Città di Castello, a sottoscrivere un piano di rimodulazione dei rifiuti incredibilmente svantaggioso per il territorio e per i cittadini. La volontà di ampliamento delle discarica di Belladanza non è che il primo risultato di quel patto a senso unico e dimostra in tutta la sua evidenza quanto fossero fondate le ragioni di chi sin dal primo momento ha evidenziato l'irrazionalità e gli svantaggi del cosiddetto 'turismo dei rifiuti' che costringe decine di camion ogni giorno a portare rifiuti dall'Altotevere a Perugia e da lì a Belladanza". Con queste parole il capogruppo regionale dei Verdi e civici Oliviero Dottorini annuncia la presentazione di un'interrogazione urgente all'assessore all'Ambiente Lamberto Bottini per sapere "se risponde a verità la volontà di ampliare la discarica di Belladanza da parte di Sogepu e sulla scorta di quale Piano operativo", "se la Giunta non ritiene opportuno promuovere e sollecitare processi di partecipazione" e "se la giunta regionale non intenda promuovere la revisione dei contenuti dell'accordo di rimodulazione dei rifiuti, che di fatto sta portando al rapido esaurimento della capacità della discarica di Belladanza, correggendone gli evidenti effetti negativi, in termini ambientali ed economici, ai danni del territorio altotiberino".
"E' evidente - spiega il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni - che si avvia rapidamente ad esaurimento un impianto, quello di Belladanza, che per Città di Castello e per tutto l'Ato 1 ha rappresentato e avrebbe potuto continuare a rappresentare un'incredibile ricchezza sia dal punto di vista ambientale che economico. Il fatto che si sia potuto accettare che l'Altotevere conferisse i rifiuti a Perugia per la selezione, pagando 60-63 euro a tonnellata, ricevendo indietro una quantità di rifiuti enorme da tutta l'area del perugino ad appena 20 euro a tonnellata ha il sapore di una beffa che la comunità e i cittadini oggi pagano molto cara. Il risultato è che, oltre all'evidente danno economico, la discarica di Belladanza si sta esaurendo e già il comune di Città di Castello ha deliberato lo studio per il suo ampliamento, senza attivare alcuna partecipazione e senza quantificare le perdite economiche dell'accordo sottoscritto appena due anni fa. E' un fatto grave, anche considerato il fatto che per far fronte alle spese di ampliamento della discarica (20 ulteriori ettari previsti) il comune di Città di Castello dovrà impegnare 770mila euro, che ricaverà autorizzando Sogepu allo smaltimento di nuovi rifiuti speciali. E' necessario che la questione venga affrontata in modo aperto, coinvolgendo l'intera cittadinanza tifernate ed altotiberina e iniziando a valutare le ricadute di atti amministrativi penalizzanti per un intero territorio e il suo ambiente. Per evitare almeno di commettere altri errori".

Perugia, 21 settembre 2007

- Scarica l'interrogazione di Oliviero Dottorini

SALVAGUARDARE I BOSCHI DEL FERRETTO

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AMBIENTE/CASTIGLIONE DEL LAGO. DOTTORINI(VERDI E CIVICI): SALVAGUARDARE I BOSCHI DEL FERRETTO DA SCEMPI AMBIENTALI
Interrogazione dei Verdi e civici alla Giunta regionale: "Verificare se la realizzazione dei fondi chiusi e delle recinzioni rispondono alle norme di legge"

"È urgente salvaguardare i Boschi del Ferretto dallo scempio ambientale e paesaggistico in cui si trovano. Non è più accettabile che in aree di forte pregio turistico, circoscritte in un sito di interesse comunitario e fino a poco tempo fa meta di escursioni da parte degli abitanti del luogo vi siano installazioni industriali che rischiano di compromettere l'equilibrio naturale del Bosco e della brughiera". Con queste parole il Capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale Oliviero Dottorini interroga l'assessore all'Ambiente Lamberto Bottini e l'assessore all'Agricoltura Carlo Liviantoni per sapere se l'esecutivo è a conoscenza della grave situazione che si è venuta a verificare nel territorio del Comune di Castiglione del Lago, già denunciata dal Consigliere comunale dei Verdi Daniz Lodovichi.
"La realizzazione di fondi chiusi e recinzioni in metallo ha determinato una situazione di grave disagio per i cittadini e per l'ambiente - continua l'esponente del Sole che ride -, situazione che ha portato alla cancellazione di decine di sentieri censiti dalla Comunità Europea e alla recinzione di strade vicinali e poderali, impedendone di fatto il libero passaggio. Chiediamo quindi alla Giunta di verificare se la realizzazione di questi fondi chiusi e delle relative recinzioni sia avvenuta a norma di legge e se sono stati rilasciati titoli abitativi per le strade vicinali e poderali di collegamento".
"La recinzione di queste aree, otre ad impedire il normale godimento dei terreni anche per la raccolta del Brentolo, ha provocato la creazione di piccoli laghetti artificiali - aggiunge Dottorini -, che hanno impedito ai fossi Spina e Gaggi di far defluire le proprie acque al vicino Lago Trasimeno, alterando così l'equilibro bio-naturale dell'intero territorio boschivo. Di fronte a tutto questo si aggiunge poi la presenza, nel vocabolo "Sette strade", di una piccola discarica abusiva, con vasti cumuli di scarti edili, lastre di eternit e contenitori di plastica vuoti appartenenti a prodotti chimici utilizzati in agricoltura. Chiediamo all'Assessore - conclude Dottorini - che sia fatta piena luce su una situazione di insostenibilità ambientale del Bosco del Ferretto e ci auspichiamo che l'intera area venga salvaguardata da ulteriori scempi paesaggistici".

Perugia, 18 settembre 2007

SOFTWARE LIBERO NEGLI UFFICI REGIONALI

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: DOTTORINI (VERDI E CIVICI): SVOLTA A PALAZZO CESARONI. SOFTWARE LIBERO NEGLI UFFICI REGIONALI
"Acquistati novanta computer privi della licenza Microsoft. Sarà installata la suite per l'ufficio Open Office, interamente gratuita e a codice aperto"


"È un primo risultato della legge regionale 11 del 2006 a favore del software libero e dei formati aperti che incoraggia la pubblica amministrazione ad ammodernarsi rispettando codici e standard accessibili a tutta la collettività, consentendo un risparmio di circa 150 euro per ogni nuova postazione di lavoro". Commenta positivamente il capogruppo dei Verdi e civici Oliviero Dottorini la decisione del Consiglio Regionale, in particolare del Servizio informatico, di sperimentare su alcuni dei computer presenti negli uffici del consiglio software per scrittura open source, acquistando nuovi computer privi di licenza di Microsoft Office, scegliendo invece Open Office, serie di programmi per l'ufficio che si basano su licenze a codice aperto e intermente gratuiti.
"La svolta del Consiglio è la prova che la legge regionale sta funzionando, consentendo risparmi alle amministrazione e enti più virtuosi e capaci di sfruttare tutte le potenzialità dei software a codice aperto, dalla maggiore sicurezza nell'ambito della protezione dei dati personali alla garanzia di accesso plurale alle informazioni, indipendentemente dal tipo di sistema usato. Il progetto complessivo prevede la sperimentazione di Open Office in 90 postazioni dislocate in tutto il palazzo - continua il presidente della commissione Bilancio e affari istituzionali -, e nel contempo la compilazione di una serie di quesiti per capire se il passaggio da Microsoft Office a Open Office può essere esteso a tutti gli uffici regionali.
Siamo convinti che questo progetto sia un buon inizio e auspichiamo che altre realtà prendano esempio dal Consiglio regionale e avviino un percorso graduale e indolore per il passaggio da software proprietario a software libero".

Perugia, 6 settembre 2007
 

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